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Carlos Cruzat, presidente del Comitato cileno del kiwi: "La stagione prosegue bene, ma bisogna essere prudenti"

"Gli abbondanti stock di kiwi europei hanno ritardato l'avvio della campagna dell'emisfero australe in Europa"

La stagione cilena del kiwi è iniziata nella settimana 8, con la raccolta e l'esportazione dei primi frutti di questa nuova stagione, durante la quale il settore prevede di spedire tra 150mila e 155mila tonnellate. Tuttavia, l'avvio è stato più lento del previsto e questo si riflette nelle statistiche sulle esportazioni.

Alla settimana 16, secondo le informazioni condivise dal Comitato cileno del kiwi, i volumi spediti dal Cile sui diversi mercati internazionali sono stati solo il 62% di quelli spediti fino alla stessa settimana del 2021. Quest'anno, la stagione è iniziata quando sui mercati c’erano ancora importanti scorte di frutta dell'emisfero boreale.

"Zespri ha esercitato sempre più pressione sui mercati per commercializzare la sua fornitura di kiwi gialli, ritardando la vendita dei suoi kiwi verdi, quindi l'Europa ha dovuto posticipare l'avvio della sua campagna che normalmente inizia a novembre, a metà dicembre, quando Zespri ha terminato la sua campagna europea", afferma Carlos Cruzat, presidente del Comitato cileno dei kiwi. "Iniziare più tardi significa avere meno tempo per la commercializzazione, quindi in Europa stanno cercando di aumentare le spedizioni all'estero per cercare di bilanciare l'offerta e ottenere profitti migliori per i loro coltivatori".

"L'industria del kiwi giallo è cresciuta molto rapidamente. Vent'anni anni fa non esisteva. Zespri ha scommesso molto su questo frutto e oggi la sua produzione ammonta a circa 420mila tonnellate, mentre la produzione di kiwi verdi si attesta intorno alle 250mila tonnellate. Zespri, autorizzata dall'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) a operare in regime di monopolio, una posizione non giustificata e con la quale siamo fortemente in disaccordo, gestisce tra l'80 e l'85% della produzione mondiale esportabile di kiwi gialli", dice Carlos.

"Tuttavia, questo avvio più lento della raccolta ha consentito all'industria cilena di avere frutti con parametri fisiologici migliori, anche se con calibri inferiori a quelli che vorremmo, a causa dei fattori climatici".

Finora, il calo nelle spedizioni è dovuto proprio al ritardo nelle spedizioni in Europa e alla presenza dei frutti europei sui mercati di destinazione dei kiwi cileni. Il Nord America è ad oggi (con dati fino alla settimana 16) la principale destinazione della frutta cilena: ha ricevuto il 35,2% dei volumi esportati e registrato il calo minore delle spedizioni, solo del 6%. L'America Latina è la seconda destinazione più importante, con il 25,3% dei kiwi cileni esportati (-26%), seguita dall'Europa con il 19,3% (e un calo significativo del 64%), l'Estremo Oriente con una quota del 14% (-43%), il Medio Oriente con il 5,2% (e l'unica variazione positiva su base annua, con il +12%) e la Russia, dove le spedizioni sono diminuite del 93% e hanno rappresentato uno 0,6% simbolico del totale.

Tuttavia, questo scenario sul mercato globale dei kiwi è in contrasto con l'aumento della domanda mondiale del frutto. "La pandemia ha dato un impulso alla domanda di alimenti ad alto contenuto di vitamina C, e va ricordato che il kiwi contiene il doppio della vitamina C di un'arancia, oltre alla stessa quantità di potassio di una banana, e una quantità di vitamine molto simile a quella dell'avocado. Recentemente, è stato riconosciuto il valore nutraceutico del kiwi e, se finora veniva associato a una digestione migliore, ora è considerato un alimento salutare", afferma Carlos Cruzat.

"Tuttavia, oltre alla domanda o alla situazione sul mercato globale, ci sono altri fattori che sono stati di importanza cruciale in questa stagione", dice il presidente del Comitato cileno del kiwi. "Uno dei più importanti è quello della logistica. Le compagnie di navigazione e le operazioni portuali hanno subito dei ritardi ed è importante ricordare che parliamo di prodotti deperibili. Siamo passati da tempi di transito per l'India di 45 giorni a una media di 60 giorni, e con una limitata disponibilità di container, perché queste rotte non sono prioritarie per le compagnie di navigazione. Inoltre, le tariffe di trasporto sono raddoppiate e, in alcuni casi, addirittura triplicate".

"Nel frattempo, l'Europa risente di un’inflazione che sta mettendo a dura prova le economie locali, con prezzi più alti e acquisti più cauti, e degli effetti della guerra. La Grecia è uno dei principali produttori di kiwi in Europa e vende una notevole quantità di kiwi alle ex repubbliche sovietiche dell'Europa orientale. Pertanto, in caso di difficoltà, tutta questa frutta potrebbe essere reindirizzata verso altre destinazioni europee".

"Tutta questa situazione sta generando una movimentazione sul mercato non tradizionale. La stagione va ancora bene, ma bisogna essere prudenti e adattare di conseguenza le aspettative", consiglia Carlos Cruzat.

"Le aspettative portano alla definizione degli obiettivi, ma il mercato, la domanda o eventuali problemi logistici sono gli unici fattori che ne determineranno il loro raggiungimento".

Per maggiori informazioni: 
Comité del Kiwi de Chile
Cruz del Sur 133 Of. 703
Las Condes, Santiago - Cile
+56 2 2472 4783
info@comitedelkiwi.cl
www.comitedelkiwi.cl

Data di pubblicazione: