Nel primo trimestre del 2022, le tariffe di luce e gas vedranno un ulteriore aumento. Infatti, dal primo gennaio di quest'anno e fino al 31 marzo, il prezzo dell'elettricità crescerà del +55%, mentre quello del gas del 41,8% (quest'ultimo è rincarato di quasi il 500% in 12 mesi – gennaio/dicembre 2021).
"Non si può continuare così. Si rischia di chiudere - commenta l'imprenditore Giacomo Suglia - Da un bilancio fatto negli ultimi giorni, solo di utenze abbiamo sborsato oltre il 46% in più rispetto all'anno precedente. Parlo, ovviamente, della mia azienda. I rincari dell'elettricità e del gas sono iniziati a metà del 2021, per arrivare poi a un'impennata nello scorso autunno".
"Non stiamo parlando di rincari del 5 o del 10%, ma di oltre il 40%. Il che costituisce senz'altro un freno alla ripresa economica, tanto attesa quanto necessaria per il nostro Paese dopo l'emergenza Covid-19. Una rinascita che ci aveva dato grandi speranze, malgrado gli altri rincari, ai quali ci eravamo quasi abituati".
Le cause che hanno portato agli aumenti di luce e gas sono molteplici e la situazione internazionale è tuttora molto delicata. La ripresa post Covid-19 in Cina, come in altre nazioni asiatiche, è stata molto più rapida del previsto e la richiesta di combustibili fossili è schizzata in alto, senza così la possibilità di stoccaggio per i mesi invernali.
Al momento, circa il 38% dell'elettricità deriva da fonti rinnovabili, percentuale che mira a salire al 72% nel 2030. Se avessimo proseguito la corsa alle rinnovabili iniziata circa 10 anni fa, avremmo avuto, a oggi, sicuramente una quota di rinnovabile elettrica maggiore rispetto all'attuale e quindi il consumo di gas sarebbe diminuito. Al momento, la prima cosa da fare è innanzitutto la risoluzione della crisi dei prezzi energetici, magari con interventi che possano mitigare tali rincari, ma occorre anche pensare ai prossimi 20-30 anni, in modo tale che il gas e il petrolio non siano più le fonti energetiche da cui dipende il funzionamento della nostra economia.