Non c'è pace per la frutticoltura italiana al centro nord d'Italia, con problemi anche per l'orticoltura. Le temperature di giovedì 8 aprile 2021 sono scese fino a 6 °C sottozero in alcune aree, specie in provincia di Ferrara. Così anche fragole, asparagi, verdure a foglia e kiwi pagano lo scotto di diverse notti gelide.
Piante di fragole colpite dalla brinata a Cesena
Fare un quadro esaustivo è assolutamente prematuro, ma di certo la flessione nella disponibilità di drupacee sarà notevole per le produzioni dell'Emilia Romagna. Anche Veneto e Piemonte hanno registrato temperature di 2-4 °C sottozero.
In questo disastro, vediamo di cogliere qualche segno di speranza da cui ripartire. Le reti di copertura, in qualche caso, hanno contribuito a innalzare la temperatura di 1-2 °C. Contano poco nel caso in cui si scenda fino a -5°, ma sono state decisive a -2 -3 °C.
L'antibrina, una volta pensato solo per il Trentino Alto Adige, ora pare essere il sistema più efficace anche in zone come Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. Presenta due inconvenienti: serve molta acqua e il frutteto deve avere un efficiente sistema di drenaggio.
Candele antibrina in Piemonte l'8 aprile 2021 (foto A. Cipriani)
Fuochi, torce, candele e bidoni in cui si bruciano pellet o ramaglie: anche in questo caso dipende dalla temperatura minima, in quanto a -5 o -6 °C non sembra possano essere efficaci. Qualche agricoltore ha ottenuto discreti risultati accendendo le candele sotto le reti, creando una specie di cappa di 'caldo'.
Le ventole antibrina, mobili o fisse, sono utili, ma efficaci con temperature non troppo basse (-3°C) e per brinate da irraggiamento.
Al di là di tutto, solo nei prossimi giorni si potrà avere un quadro più preciso sulla reale incidenza dei danni.