Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

La globalizzazione accentua il rischio del virus Tristeza degli agrumi

In tutto il mondo, l'industria degli agrumi è drammaticamente colpita dalla diffusione di Citrus Tristeza Virus (CTV) e dai sintomi - a volte molto gravi - della sua infezione. Nel marzo 2021, due ricercatori del CNR, Vitantonio Pantaleo e Angelantonio Minafra, hanno presentato nuove evidenze pubblicando sul Virology Journal un report che analizza alcuni isolati di CTV raccolti in Angola.

Angelantonio Minafra

"I controlli per scongiurare la diffusione dell'infezione - dicono i due scienziati - dovrebbero essere applicati ai vivai addetti alla propagazione clonale per innesto delle specie di agrumi che, a volte, inavvertitamente agiscono come bacino di varianti aggressive di CTV. L'individuazione precoce e la caratterizzazione di ceppi pericolosi o emergenti del virus aiutano notevolmente a prevenire i focolai di malattia nei distretti Europei e extra UE più specializzati in agrumicoltura. Ciò è particolarmente importante in quelle regioni di coltivazione in cui non sono attualmente applicati programmi di certificazione dedicati".

Secondo quanto pubblicato da Pantaleo (nella foto a dx) e Minafra "estratti di RNA bicatenario (forma replicativa dei genomi virali ad RNA) da campioni di arancio dolce e mandarino, raccolti in due località (un vivaio ed un agrumeto commerciale) in Angola, sono stati sottoposti a un sequenziamento massale (High-throughput sequencing). Tale tecnica è stata eseguita per acquisire - rapidamente, in maniera aspecifica e a un costo relativamente contenuto per campione - una maggiore quantità di dati su ogni eventuale isolato virale presente nelle piante, prima di amplificare (RT-PCR) e sequenziare singoli frammenti di origine virale per confermarne la presenza nelle fonti vegetali".

Ma perché è così importante il lavoro che è stato svolto per buona parte in Africa e quali sono i riflessi derivanti da questa attività in Italia e nel resto del mondo?
"La elaborazione dei dati di sequenziamento mediante applicazioni bioinformatiche e analisi filogenetiche - rispondono i due ricercatori italiani - ha consentito di individuare le molteplici varianti di CTV presenti nei campioni provenienti dall'Angola sottoposti al saggio. E' importante notare che le varianti molecolari identificate dal sequenziamento hanno mostrato un'elevata somiglianza sia con i ceppi severi già conosciuti (come VT e resistance-breaking in Poncirus trifoliato), che con ceppi recentemente descritti ed emergenti in altre regioni di coltivazione degli agrumi, come S1 (California) o New Clade (Uruguay). Questo dato indica purtroppo come il commercio internazionale si possa considerare il principale artefice, in assenza di controlli diagnostici ai punti di ingresso, della diffusione di infezioni virali potenzialmente devastanti".

Foto sopra e sotto: gemme e portainnesti di Citrus privi di controllo fitosanitario: una pericolosa fonte di CTV ed altri agenti di malattia 

Ancora una volta, è la globalizzazione la grande imputata della diffusione di fitopatie che, grazie a pratiche commerciali non sufficientemente controllate, rischiano di inficiare intere economie basate sull'agricoltura.

"Questa sperimentazione - hanno concluso Pantaleo e Minafra - è stata possibile nell'ambito di un progetto europeo di scambio e formazione di ricercatori (Virus free Fruit Nurseries, finanziato nell'ambito di Horizon 2020 Marie Skłodowska-Curie Research and Innovation Action) che ha permesso la fruttuosa interazione fra i ricercatori dell'Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR di Bari, con i colleghi Angolani del Centro Nacional de Investigação Científica (Luanda), guidati dal ricercatore Aderito Pais da Cunha, e dell' Instituto Superior Politécnico do Kuanza Sul (Sumbe)". 

*Le immagini nel presente articolo sono state fornite dal Dr. Pantaleo

Per maggiori informazioni:
angelantonio.minafra@ipsp.cnr.it
vitantonio.pantaleo@cnr.it