Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Nuovo record per la produzione di mele biologiche in Italia

I DATI DEL REPORT QUI PUBBLICATI VANNO CONSIDERATI NELL'AMBITO DELLE DATE IVI INDICATE - LA SITUAZIONE ATTUALE E' DIVERSA DA QUANTO DESCRITTO

La produzione 2020
La produzione totale di mele nel 2020 in Italia è stata di 2.119.388 tonnellate, un volume molto vicino a quello dell'anno precedente (2.114.112 tonnellate), lontano da quelli sostenuti delle stagioni precedenti - -8% rispetto alla media dei 5 anni precedenti (escludendo il consuntivo del 2017) - e dal potenziale produttivo del nostro paese.

A livello di prodotto destinato al mercato del fresco, l'anno 2020 con 1.873.359 si colloca tra gli anni con minore disponibilità di mele se paragonato alla media dei precedenti.

Anche il contesto produttivo europeo nel 2020 è risultato, in termini di volume, molto simile a quello della stagione precedente, leggermente in discesa (10.685.000 vs 10.783.000 tonnellate).

A livello di diversificazione varietale il cambio di passo intrapreso qualche anno fa dalla melicoltura italiana inizia a far sentire i propri evidenti effetti.

 

La Golden Delicious, che rimane la principale cultivar italiana, ha superato di poco le 700.000 tonnellate, la Gala ha raggiunto un altro record produttivo sfiorando quota 380.000 e le nuove varietà, che comprendono in modo particolare le cosiddette varietà club, sono andate oltre le 100.000 tonnellate. 

Come accade spesso, non tutte le aree hanno registrato i medesimi trend produttivi: è calata del 7% la produzione dell'Alto Adige - a causa principalmente di gelate primaverili in alcune zone - mentre è risalita del 5% rispetto alla scorsa precedente quella del Trentino, che è rimasta ad ogni modo al di sotto della media degli ultimi anni. 

Continua la crescita strutturale della regione Piemonte, ormai seconda area produttiva italiana dopo il Trentino Alto Adige, con impianti giovani entrati in produzione e con progetti importanti in tema di rinnovo varietale. Hanno recuperato leggermente anche la produzione di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, mentre è calata di quasi l'8% la produzione in Emilia-Romagna, colpita dalle gelate primaverili che hanno provocato danni più o meno rilevanti a seconda della varietà.

La produzione biologica in Italia ha fatto segnare con il 2020 un nuovo record, con circa 190.000 tonnellate, pari al 9,1% del totale. La principale area di produzione di prodotto biologico è l'Alto Adige, seguito da Trentino, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. L'Italia, per la quale l'ISTAT rileva 8.235 ha di meleti biologici (di cui 2.879 ha in conversione e 5.356 ha convertiti), rappresenta il 35% dell'intera produzione di mele biologiche in Unione Europea, che ammonta a 511.000 tonnellate (Fonte WAPA).

L'evoluzione della stagione fino ad ora
La stagione in Italia, iniziata vivacemente alla metà di agosto con le varietà più precoci, è partita certamente in un contesto molto diverso rispetto a quello del 2019, che soffriva ancora degli strascichi – e delle celle non ancora sgombre – della produzione record in Europa dell'anno precedente e che aveva subito una svolta decisiva (in termini di volumi venduti e di migliori quotazioni) a partire dal mese di marzo, quando, l'Italia prima ed il resto d'Europa poi, erano stati travolti dalla pandemia, dai lockdown e dalle loro conseguenze.

Con una produzione italiana a 2,1 milioni di tonnellate e una europea a 10,7 milioni di tonnellate, con la Polonia solito pesante ago della bilancia, il mercato è partito in sostanziale equilibrio domanda/offerta favorendo le giuste quotazioni e fluidità negli scambi.

Secondo gli ultimi dati a disposizione di Assomela, il mercato delle mele nel mese di gennaio è stato dinamico, con buone vendite e decumuli regolari. Le giacenze totali in Italia di mele da tavola al 1° di febbraio ammontavano a 1.020.570, l'8% in meno della media delle 5 stagioni precedenti (ad esclusione dell'eccezionalità del 2018).

Un andamento positivo si è registrato in particolare per la Golden Delicious - con una giacenza tra le più basse mai registrate in febbraio a 415.009 tonnellate – e la Gala con stocks inferiori a quelli dello scorso anno, a 73.170, sebbene la produzione record a quasi 340.000 tonnellate. Hanno fatto registrare ottime performance anche le varietà club.

Le vendite del mese di gennaio, buone sia nel mercato interno che all'export, hanno sfiorato le 190.000 tonnellate con un decumulo totale da inizio stagione di ben 853.914. Al momento, i piani di decumulo dei produttori proseguono come inizialmente stabilito senza particolari intoppi.

Per quanto riguarda il prodotto biologico, il gruppo appositamente costituito all'inizio della stagione in ambito Assomela ha registrato vendite regolari e ribadito la disponibilità di prodotto fino all'estate. 

In linea generale, a livello nazionale, le vendite e le quotazioni sono soddisfacenti anche se difficilmente saranno replicabili le performance eccezionali di marzo ed aprile dello scorso anno. Se nella passata stagione, visti l'ottima recettività del mercato interno ed il caos creato dall'emergenza Covid, l'export sia in UE sia soprattutto oltremare non aveva fatto registrare performance eccezionali – rafforzando un trend che purtroppo è evidente da qualche anno - nella stagione 2020/2021, almeno fino al mese di novembre, periodo per il quale sono a disposizione i dati, le vendite fuori Italia paiono mostrare un trend di miglioramento, sia in termini di volume che di valore. Fino a novembre sono state infatti esportate, secondo l'Istat, 350.468 tonnellate  di mele, vale a dire 30.000 tonnellate in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con un forte aumento del valore totale.

(Fonte: elaborazioni CSO Italy su dati ISTAT)

E' evidente, tuttavia, come la situazione rimanga fortemente incerta e come sia necessario considerare l'evoluzione dell'emergenza legata al Covid-19, ai nuovi lockdown scattati in Italia ed in alcune zone di Europa, e alle conseguenze in termini economici anche per i consumatori, che pur confermando una preferenza per le mele, potrebbero manifestare nei prossimi mesi meno capacità di acquisto. Da valutare, inoltre, sia in Italia che nel resto d'Europa il forte indebolimento del canale Ho.Re.Ca ed il nuovo stop dei consumi in ristoranti, mense ed hotel.

In uno scenario così incerto e in continua evoluzione, avere una offerta non eccedente sta sicuramente permettendo scambi più fluidi sia in Italia che all'estero e quotazioni soddisfacenti. 

Nel lungo periodo, ci sono da valutare per il settore i temi sui quali si lavora da qualche anno: la necessità di nuovi sbocchi all'export – lo scorso anno sono stati aperti tre nuovi mercati per le mele italiane: Tailandia, Taiwan e Vietnam - l'evoluzione produttiva nei paesi est europei, con particolare riferimento a Serbia, Ucraina e agli paesi dell'ex blocco sovietico, la cui produzione aumenta visibilmente in termini quantitativi e qualitativi. Rimane inoltre fondamentale continuare a monitorare lo sviluppo della produzione biologica e degli effetti nel prossimo futuro dell'attuazione del Green Deal e della strategia Farm to Fork sul settore melicolo italiano.

Al momento, quindi, valutati tutti gli elementi, le aspettative per una continuazione positiva della stagione commerciale 2020/2021 sono buone, anche per le varietà tradizionali la cui disponibilità è inferiore alla norma. 

Data di pubblicazione: