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L'opinione di quattro operatori del nord d'Italia

Cipolle: semine primaverili in calo

Le semine di cipolle, che avvengono tradizionalmente nel mese di febbraio al nord d'Italia, pare che siano in netto calo rispetto agli ultimi due anni. Interpellando alcuni operatori emergono alcune differenze, ma la situazione di fondo è la medesima. 

"Ascoltando i nostri soci - spiega il tecnico di Patfrut, Stefano Campagna - l'impressione è quella di una diminuzione delle superfici investite a cipolla. I motivi vanno ricercati nell'andamento delle ultime due stagioni, che non hanno dato risultati economici sempre brillanti. Ci sono state forti oscillazioni, e questo non è mai un aspetto positivo".

Più drastico il responsabile di una ditta sementiera specializzata: "Credo che la diminuzione media sarà del 20%, con punte del 50% in certe aree dell'Emilia Romagna. Sentiamo di agricoltori che hanno seminato cereali autunno-vernini, abbandonando momentaneamente la coltura".

Matteo Freddi, commerciante emiliano, afferma che "abbiamo chiesto ai produttori di seminare meno borettana, in quanto le industrie ne hanno in abbondanza e il canale Horeca ancora non può riprendere gli acquisti normali, a causa della pandemia. Per quanto riguarda le cipolle rotonde, invece, saremo in linea con le solite superfici".

Davide Valmori coltiva circa 80 ettari in provincia di Ravenna. "Abbiamo diminuito del 15% la superficie delle cipolle primaverili, quelle che si seminano in questo periodo. Abbiamo fatto questa scelta perché, negli ultimi 3 anni, il mercato non è mai stato brillante. Per contro, abbiamo aumentato del 20% quelle seminate a settembre: abbiamo infatti individuato un'ottima varietà che produce un bulbo sano e che si mantiene anche in condizioni difficili".