Mentre il resto d'Italia fa i conti con livelli idrici mai registrati prima a causa di un autunno e di un inverno tra i più caldi e asciutti degli ultimi 150 anni, la Basilicata sembra tirare un sospiro di sollievo, soprattutto dopo la neve e le piogge dei giorni scorsi,.
Dai dati consultabili sul sito dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale circa la disponibilità idrica degli invasi lucani si evince che, in poco meno di due settimana, i livelli idrici hanno recuperato alcuni milioni di metri cubi, alleviando così il deficit idrico regionale. Circa 24milioni di metri cubi in più per la diga di Monte Cotugno, 8milioni per quella del Pertusillo e oltre 6milioni per San Giuliano.
"Le nostre campagne ortofrutticole stavano soffrendo parecchio e la preoccupazione era rivolta specialmente verso le drupacee, le quali, trovandosi in uno stato vegetativo delicato, necessitavano di disponibilità idriche significative per poter garantire la qualità che da sempre ci contraddistingue". A spiegarlo è la Coldiretti di Policoro (Matera).
"Le ultime precipitazioni costanti ma non di carattere temporalesco in tutta la regione sono state una manna dal cielo, in modo particolare per agrumi e fruttifere in pieno campo, facendo così posticipare l'irrigazione per queste cultivar di circa 15 giorni. Questo non significa che l'emergenza idrica in Basilicata non sia più un problema, ma semplicemente che possiamo affrontare con più serenità e con meno stress i prossimi giorni, concentrando le riserve idriche esclusivamente sulle produzioni coperte".
Diga Monte Cotugno - Foto di Rocco Spagnuolo.
Per le altre regioni meridionali, le ultime piogge non hanno inciso quasi per niente sulle riserve idriche. In Puglia, ad esempio, in modo particolare nel nord della regione (Tavoliere delle Puglie), mancano quasi 124milioni di metri cubi d'acqua rispetto al 2019. La diga di Sant'Anna, in Calabria, un invaso con capacità potenziale di 16milioni, a fine marzo contava poco più di 7milioni di metri cubi.