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Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Claudio Dall'Agata

La ricerca si orienti sempre di piu' verso la sicurezza alimentare

lo scenario di questi giorni e le recenti dichiarazioni del professor Roberto Burioni su Medicalfacts sulla connessione tra virus e materiali mi hanno stimolato le seguenti riflessioni. Il dramma dell'epidemia di Coronavirus ha sconvolto prima la Cina, poi l'Italia e ora tutto il pianeta che, sul modo in cui affrontarlo, si è spaccato tra chi ha imposto alla popolazione politiche socio sanitarie coercitive a discapito dell'economia, imponendo il distanziamento sociale - e quindi congelamento prima dei consumi interni, fermo produttivo e caduta dei fatturati - e chi ha invocato l'immunità di gregge, anche a costo di sacrificare vite sull'altare del buisiness first.

Claudio Dall'Agata

"Non si è fatto solo nel 2020" si dirà tra qualche anno, riferendosi all'appuntamento di turno o, in casi più positivi, "nel 2020 lo abbiamo posticipato". Ma, probabilmente, il 2020 ci porterà anche l'idea del senso di incertezza, di inquietudine e di una profonda fragilità economico sociale dove tutto è globalizzato, dall'economia alla finanza, dai viaggi alle abitudini di consumo, a parte la governance di questo pianeta che, proprio in nome della globalizzazione – come dice Cacciari – è diventato un grande paese ma dove la stessa governance è lungi dall'essere globalizzata e, quindi, coordinata e in grado di avere una visione strategica di comunità coerente almeno sul medio periodo".

Foto: Getty images/istockphoto 

"Lo diceva Bill Gates nel suo discorso al Ted del 2015: "Quando ero un ragazzo, il disastro di cui ci preoccupavamo era la guerra nucleare... Oggi la più grande catastrofe possibile non è più quella. Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone nei prossimi decenni è più probabile che sia un virus altamente contagioso". Rifuggo dall'idea che quella profezia si tramuti oggi in realtà, ma un fatto è certo: gli Stati si sono dimostrati incerti, disuniti e improvvisati nella risposta e quindi inizialmente impreparati".

Persistenza sui materiali
Claudio Dall'Agata prosegue: "E' di ieri la notizia che sono disponibili studi americani che classificano i materiali di confezionamento per grado di inospitalità alle cariche batteriche e ai virus. Non è certamente il tempo di difendere il proprio orticello o di magnificare i colori dei propri petali. Non conta quindi la cura del proprio giardino ma l'implicazioni complessive che ne derivano. E' rischioso e limitante concentrarsi sulle caratteristiche del proprio manufatto: occorre chiedersi quali implicazioni abbia nell'utilizzo corrente, ognuno per sua parte. Così come la gara più interessante non è sottolineare chi corre più lento, ma certamente molto di più allenare le gambe della ricerca per indicare traguardi di garanzia maggiore".

"E, si badi bene, poiché questo è un tema di grande interesse per l'opinione pubblica, deve diventarlo anche della filiera, per approfondirlo il prima possibile e farlo proprio, al fine di poter rispondere adeguatamente, tentando per una volta e per quanto possibile di anticiparlo. Nel nostro piccolo, il cartone è già uno dei materiali meno ospitale per i virus e l'imballaggio attivo ne migliora le qualità. Infatti alcune delle sostanze usate, oltre ad agire contro batteri, lieviti e muffe, avrebbero secondo la letteratura anche attività antivirali. Certo il tutto deve essere approfondito".

"La tecnologia di attivazione che abbiamo sviluppato, però, può già da oggi prestarsi per incrementare ulteriormente i livelli di sanificazione del preconfezionamento. Noi, la nostra ricerca la orienteremo sempre di più su questa strada. L'auspicio è che, dopo questo 2020, e i benedetti fiumi di euro donati dalle aziende per sanità e ricerca, ci sia maggiore attenzione da parte delle stesse aziende a prevenire la prossima incertezza, orientando le future scelte strategiche per rendere disponibili reali benefici per ciò di cui abbiamo più bisogno e che oggi sono messa in discussione, per igiene e salute. Questa ricerca credo possa fare bene a tutti, spero anche in termini di ispirazione".

Claudio Dall'Agata direttore di Bestack

Data di pubblicazione: