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No all'allarmismo!

Una settimana da Coronavirus: la reazione di alcuni operatori del sud Italia

Da una settimana l'Italia è alla ribalta delle cronache nazionali e mondiali per essere il terzo Paese al mondo con il numero più alto di contagiati da Coronavirus (45 guariti su 650 contagiati, al momento della stesura dell'articolo, ndr). Da Nord a Sud del nostro Paese la confusione è tanta così come l'incertezza. E l'allarmismo fa più danni dell'epidemia. Anche nel settore ortofrutticolo.

I mercati all'ingrosso continuano a far sapere che le attività procedono regolarmente. Dopo un assalto di inizio settimana ai supermercati, la situazione sembra esserci normalizzata, anche se cibi in scatola, acqua, frutta, verdura e, soprattutto, disinfettanti continuano a essere richiesti.


(Foto d'archivio FreshPlaza)

Secondo una organizzazione di produttori della Campania, non bisogna fare allarmismo. "Al momento gli ordini sono regolari, c'è una situazione di incertezza e alcuni Paesi minacciano stupidamente di ridurre le importazioni dall'Italia. Questo è davvero inspiegabile perché non c'è alcun pericolo per i prodotti italiani che sono sicurissimi. L'Unione europea e il nostro Ministero dovrebbero intervenire subito con una posizione ufficiale per fermare questa degenerata psicosi".

Sempre dalla Campania, un commerciante dichiara: "Noi stiamo lavorando ma siamo preoccupati. Speriamo che la situazione si risolva al più presto".

Dalla Basilicata, una organizzazione di produttori conferma che c'è tanta confusione. "I mercati sono in leggera flessione mentre le insegne della GDO fino a ieri (si legga 26 febbraio 2020, ndr) hanno effettuato ordini regolari, con qualche aumento. Oggi sembra ci sia un calo".

Dalla Puglia, un operatore dichiara che c'è un po' di preoccupazione ma al momento non si registrano particolari problemi. "Fornendo maggiormente la Grande distribuzione organizzata non registriamo difficoltà al momento".

(Foto d'archivio FreshPlaza)

"Sui mercati del Nord Italia c'è un rallentamento delle vendite di oltre il 30% – commenta un commerciante calabrese – A risentirne un po' tutti i prodotti, ma in particolare fragole, zucchine e mandarini".

Un altro operatore calabrese aggiunge: "A inizio settimana abbiamo registrato un leggero aumento degli ordini, soprattutto per il cipollotto. Da oggi (si legga 27 febbraio, ndr), però, questi risultano quasi dimezzati: nello stesso periodo lo scorso anno, lavoravamo a pieno regime. Ci aspettiamo una fase di stallo con consumi medi. Siamo quindi preoccupati, soprattutto per l'allarmismo che si registra tra i media e tra la gente, facilmente condizionabile".

"Stiamo registrando in alcuni casi indisponibilità di container vuoti
per alcune tratte da parte delle compagnie e aumenti spropositati delle tariffe. Per il resto non registriamo scompigli ancora" sostiene una organizzazione di produttori calabrese.

Infine, sempre dalla Calabria, un grossista si focalizza su un altro aspetto: "Non registriamo alcuna difficoltà di approvvigionamento o commercializzazione per via del Coronavirus. Il problema più grave che stiamo vivendo in questo periodo è economico: si fa fatica a incassare i crediti, manca liquidità. Un buon 95% dei nostri clienti, infatti, viene meno agli impegni presi".