Intanto che la campagna dell'arancia bionda va avanti ormai da diverse settimane, è anche iniziata la produzione dell'arancia rossa in Sicilia. Per fare il punto della situazione, abbiamo contattato Pietro Russo, storico player dell'agrobusiness agrumicolo italiano e dunque europeo.
Pietro Russo
"Con la produzione è iniziata anche l'esportazione di arance rosse Moro – ha detto Russo - con largo anticipo, quest'anno, visto lo stato di maturazione già adeguato fin dalla prima settimana di dicembre. I frutti si presentano infatti ben coloriti internamente e hanno un gradevole bilanciamento al palato, con rapporto acido/zuccheri ottimale. Ciò ha determinato un'ottima accoglienza sui mercati internazionali e specialmente nei Paesi Scandinavi, dove abbiamo registrato l'immediata reiterazione degli ordinativi e una prospettiva di continuità per tutta la campagna".
Se in generale la disponibilità di prodotto accusa un calo a causa delle fitopatie imperversanti quali il virus della tristeza, Russo rivela un'inversione di tendenza per questa stagione appena iniziata.
Prezzi soddisfacenti e rese maggiori rispetto all'anno scorso
"La produzione delle arance rosse Moro e Tarocco risulta in crescita rispetto alla passata stagione - ha raccontato l'imprenditore – con una disponibilità maggiore del 20% circa, mentre i calibri sono nella media delle varietà, grazie alle abbondanti piogge che abbiamo avuto ad ottobre. Da questo punto di vista non dovrebbero esserci problemi a livello commerciale. Soddisfacenti sono fin d'ora i prezzi pagati alla produzione; il Moro attualmente è quotato, per merce di calibro regolare, intorno ai € 0,35 al kg, con raccolta a carico dei compratori".
"Le previsioni in riferimento al mercato estero – ha spiegato l'esperto - sembrerebbero essere buone e i prezzi non dovrebbero subire oscillazioni di rilevo, anche perché la produzione di Moro è stata ormai quasi tutta venduta ed è in mano agli operatori commerciali. Tuttavia dobbiamo sperare che non si verifichino le medesime evenienze del passato, cioè la determinazione di un calo forzato dei prezzi dovuto alla fretta da parte dei commercianti di liberarsi degli stock di magazzino; ciò puntualmente finisce per inficiare la rimanente parte della campagna commerciale che potrebbe andare avanti per molto tempo ancora e a prezzi sostenuti, anche in presenza prevalente di calibri inferiori, data la graduale mancanza di prodotto".