Nelle ultime settimane, si è registrato un rapido miglioramento per le esportazioni di aglio della Cina. Secondo un operatore italiano, il mercato cinese sta soffrendo della "speculazione" e dell'intervento di grossi gruppi finanziari che provocano l'alterazione dei normali flussi commerciali, i quali abitualmente si fondavano su domanda, offerta, climatologia, qualità e quantità di prodotto disponibile alla vendita.
"Quest'anno, il mercato è stato fortemente influenzato da queste anomalie e, contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettato, ci sono stati dei prezzi molto alti nei primi due mesi di disponibilità dell'aglio della campagna 2019 che hanno condizionato il mercato mondiale – spiega l'operatore – E' da considerarsi un'anomalia, in quanto i fattori reali sarebbero stati contrari alle quotazioni elevate registrate, per via delle grandi giacenze di aglio 2018, unitamente all'incremento di volumi nella produzione di quest'anno".
Risultato: dopo valori di vendita stimabili intorno a 1,80-2,00 dollari/kg si è giunti a una riduzione intorno a 1,30-1,50 dollari/kg per poi risalire agli attuali 1,60-1,80 dollari/kg.
"Il mercato europeo ne ha molto risentito e, durante i primi mesi di disponibilità di merce del nuovo raccolto, i produttori spagnoli hanno realizzato delle buone vendite sia in Europa sia in centro-sud America, rubando certamente la scena e sostituendosi parzialmente alla Cina. Trascorsa l'euforia iniziale, attualmente il mercato europeo risulta depresso, con scarsa domanda e giacenze notevoli di prodotto. Purtroppo, questa situazione non lascia presagire nulla di buono per i mesi invernali".
"Intanto, le vendite in Sud America sono ferme per la disponibilità di nuovo aglio soprattutto di provenienza argentina. Non è da trascurare la rilevante avanzata dell'aglio di origine peruviana, che sta vivendo un esuberante inizio di esportazione sia verso l'Europa sia verso i Paesi del centro e sud America", conclude l'operatore.