Con l'obiettivo di valorizzare le albicocche del Vesuvio, le viuzze dell'antico borgo di Casamale, situato a Somma Vesuviana (NA), sono state popolate da un'esplosione di odori, sapori e colori dei prodotti tipici del Vesuvio il 29 e il 30 giugno 2019. L'evento, intitolato Crisommole, giunto ormai alla quarta edizione, è stato momento d'incontro tra produttori, tecnici e amministrazione.
"L'Italia è il primo produttore europeo di albicocche, rappresentando il 36% del mercato europeo ed esportando grossi quantitativi verso Germania e Austria. Nel 2016, la Campania figurava come primo produttore di albicocche in Italia; purtroppo da dodici anni a questa parte si sono contratte le superfici, soprattutto nel napoletano, insieme a un calo delle produzioni. La crisi dell'albicocca vesuviana però, esiste da tempo, vuoi a cause della disaffezione del consumatore verso questo prodotto, vuoi per la carenza di produzione, le nuove varietà, e anche per l'avvento della Sharka", come spiega la Prof.ssa Chiara Cirillo del dipartimento di Agraria Federico II.
"Quest'anno - spiegano i produttori – abbiamo avuto un'annata di carica produttiva, ma si sa come funzionano le leggi di mercato: all'aumento della produzione, diminuisce il prezzo. Abbiamo effettuato diradamenti importanti, in modo da assicurare calibri adeguati al mercato. Inoltre, a causa dei cambiamenti climatici, la raccolta è partita un po' in ritardo e molta frutta è stata danneggiata dalla pioggia; si è difeso bene chi aveva provveduto a stendere le reti antigrandine. I prezzi sono deludenti: le industrie di trasformazione vogliono pagarci 0,07 € / Kg. Se queste sono le condizioni, preferiamo non raccogliere".
Il sindaco del paese, Salvatore Di Sarno, dal canto suo si dice pronto a instaurare sinergie tra produttori e istituzioni, favorendo la nascita di un consorzio per la valorizzazione delle albicocche vesuviane, accompagnato da una consulta. Dice: "Le albicocche rappresentano il sangue vivo di Somma e potrebbero portare la nostra città alla ribalta a livello nazionale".
L'On. Gianfranco Di Sarno si dice contrario alle aste a doppio ribasso organizzate dalla GDO. Afferma: "E' fondamentale garantire il giusto prezzo al produttore. Con i prezzi di questa campagna non si coprono neanche i costi di produzione. Proprio per garantirsi prezzi più giusti, i produttori dovrebbero aggregarsi e cooperare tra loro".
Le albicocche del Vesuvio, da parte loro, vantano tanti aspetti positivi: buone da mangiare, profumate, easy to eat, sane perché non trattate e addirittura si è scoperto recentemente che la cultivar autoctona, la Fracasso, è resistente alla Sharka.
Il Prof. Salvatore Faugno del dipartimento di Agraria Federico II conclude: "Al fine di valorizzare tale prodotto, si devono incoraggiare i percorsi a filiera corta, per esempio i mercatini rionali Slow Food, crocevia tra domanda e offerta locale, grazie ai quali è ancora possibile degustare le 'crisommole' . Questa agricoltura eroica può essere ripagata con la valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, puntando alla multifunzionalità dell'agricoltura e dal turismo enogastronomico che potrebbe nascere intorno a questo prodotto e a questo territorio".