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La situazione degli asparagi a marzo 2019

Le raccolte degli asparagi sono iniziate negli appezzamenti in serra della Campania e più recentemente nel Veneto e Lazio. Gli impianti in pieno campo un po' ovunque denotano apporti di prodotto ancora frenati dal clima non prettamente primaverile, in particolare durante le nottate. I volumi attualmente sul mercato sono pertanto limitati, tipici dell'inizio della raccolta.

Gli operatori si attendono una progressione dell'offerta dopo l'inizio di aprile. Presente in questa fase iniziale della commercializzazione una buona domanda di prodotto da parte dei clienti e quotazioni in generale soddisfacenti. 

Nelle settimane precedenti era segnalato prodotto peruviano e messicano mentre da circa 10 giorni sale la presenza dell'asparago spagnolo. 

Le superfici 2019 vedono ancora un lievissimo aumento a livello nazionale, ma in tutti gli areali la messa a dimora di nuovi impianti ha subito un rallentamento dopo anni di più marcata espansione. Al nord segno più per Emilia-Romagna, mentre appare stabile il Veneto rispetto al 2018. Scendendo lungo la penisola si nota ancora un leggero ampliamento nel Lazio che si contrappone ad una contenuta flessione della coltivazione in serra, tipica della Campania. La parte dominante dell'offerta si concentra in Puglia anche se tra il 2018 e il 2019 gli investimenti hanno subito una brusca frenata dopo la forte ascesa del recente passato. 

Nel complesso delle regioni italiane si stima un'estensione di circa 10.900 ettari (+1% sul 2018, stima CSO Italy). In base ai dati Sinab erano presenti nel nostro Paese, già nel 2017, quasi 1.700 ettari di asparago biologico, di cui la forte prevalenza è pugliese.

Negli anni recenti in Europa la produzione è arrivata a superare le 350.000 tonnellate, grazie all'impulso di Germania e Spagna (in primis), ma anche altri Paesi stanno crescendo; la superficie europea ha superato i 65.000 ettari totali.

L'offerta tedesca lo scorso anno ha raggiunto un nuovo record, con oltre 133.000 tonnellate di raccolto (90% bianco e circa 10% verde), su una superficie di 23.400 ettari, ma ci si attende una diminuzione dell'areale per il 2019. La Spagna è risalita oltre le 60.000 tonnellate di prodotto, di cui ne sono state esportate ben 25.000 tonnellate nel corso del 2018. L'Italia mantiene il terzo posto, oltre le 50.000 tonnellate (stima CSO Italy). Più distanti gli altri Paesi europei: Francia ed Olanda, poco oltre le 20.000 tonnellate, mentre appare in ascesa la coppia Polonia e Grecia, sopra le 10.000 tonnellate annuali. 

Sul fronte del mercato interno non si tratta certo di una specie da "top 10" dei consumi di ortaggi, ma nel loro "piccolo", gli asparagi stanno di anno in anno imprimendo un buon passo di crescita. Con l'incremento del +2% del 2018 la specie sfiora le 24.600 tonnellate, quantità mai raggiunta dai primi anni duemila. 

In costante crescita la percentuale di famiglie che almeno una volta nel corso dell'anno acquistano asparagi, attualmente al 45%, sono aumentate di circa 10 punti percentuali in altrettanti anni. Mediamente l'acquisto pro-capite annuale di asparagi è di 400 grammi per una spesa ad abitante di 1,70 €.

Le esportazioni di asparagi italiani nel 2018 si sono fermate a 7.600 tonnellate, segnando un -5% sul 2017, comunque un volume significativo in relazione ai rendimenti limitati della scorsa annata. Il dato 2018 è infatti solo di poco inferiore al volume record del biennio precedente.

Anche le importazioni di prodotto estero hanno registrato una flessione, pari a quasi il 10% rispetto al volume della stagione precedente. Con quasi 4.100 tonnellate le movimentazioni in entrata si sono però collocate sullo stesso livello della media del periodo 2013-16. 

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Le spedizioni di asparago durante il 2018 sono risultate inferiori alla precedente annata lungo tutta la stagione. L'export italiano destinato ai Paesi dell'UE28 ha denotato un lieve calo a livello complessivo confermando però i principali mercati: Germania per un volume di 2.800 tonnellate di asparago (-3% sul 2017) e l'Austria quasi 1.600 tonnellate (-6% sul 2017). Volumi più limitati per Danimarca, Francia ed ancor più evidente la frenata del prodotto destinato al Regno Unito. In controtendenza la Svezia che segna +7% sul 2017 e la Finlandia. Segnali positivi anche dalla vicina Svizzera, che si pone al terzo posto tra le destinazioni raggiunte.
 
Nel primo trimestre 2018 sono, al contrario, aumentate le entrate di asparago peruviano e messicano per sopperire la mancanza di prodotto precoce europeo. Durante la fase centrale della stagione, tra aprile e maggio, sono invece calati gli apporti da tutti i fornitori UE, con la sola eccezione dei Paesi Bassi, saliti al secondo posto. Il principale venditore in Italia rimane la Spagna, con quasi 1.600 tonnellate ma ha evidenziato un calo della movimentazione del 20% sul 2017, ritornando sui livelli del 2016. 

Fonte: CSO Italy per FreshPlaza.IT

Data di pubblicazione: