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Incertezze per il futuro del commercio di pomodori freschi tra Messico e Stati Uniti

Un accordo stipulato nel 1996 tra Stati Uniti e Messico per l'importazione di pomodori freschi da quest'ultimo paese potrebbe improvvisamente essere messo in discussione e venire meno.

Secondo il gruppo Florida Tomato Exchange (FTE), infatti, i termini dell'accordo, che era volto a impedire azioni di dumping nell'importazione di pomodori messicani negli USA, sarebbero continuamente violati.

Secondo gli accusatori, la quota del Messico sul mercato dei pomodori freschi sarebbe cresciuta dal 32 al 54%, a detrimento dell'industria locale dello Stato concorrente della Florida - primo produttore di pomodori negli USA, la cui quota è diminuita dal 65 al 40%.

Allo stato attuale delle informazioni, sembra che il dipartimento statunitense al commercio abbia espresso la propria intenzione di annullare l'accordo con il Messico. La decisione finale sarà espressa entro il prossimo maggio 2019, al termine di indagini in corso su presunte azioni di dumping.

Se l'accordo venisse ritirato, i pomodori esportati dal Messico verso gli States tornerebbero a essere gravati dalle tariffe doganali.

A favore del mantenimento dell'accordo si è pronunciata la FPAA (Fresh Produce Association of the Americas), sottolineandone gli aspetti benefici, come una stabilizzazione del mercato per ben due decenni. L'accordo, inoltre, è stato via via aggiornato a seconda delle evoluzioni del mercato.

Secondo la FPAA, pertanto, più che azzerare l'accordo servirebbe solo rinegoziarlo, sgombrando però il campo da ogni tentazione protezionistica. Anche perché una chiusura alle importazioni porterebbe a conseguenze negative per gli stessi consumatori USA, in quanto avrebbero a disposizione meno scelta, meno assortimento e carenza di tipologie popolari di pomodori freschi, come quelli a grappolo. 

Dal canto suo, la produzione in Messico - in specie negli ultimi anni - ha visto una notevole evoluzione, con la crescita degli areali sotto serra o in ambiente protetto, in alternativa alla produzione in campo aperto. Tale evoluzione è stata ampiamente dovuta proprio alla possibilità di esportare negli Stati Uniti, primo mercato per i pomodori messicani (con un giro d'affari di circa 2 miliardi di dollari).

Oscar Woltman della AMHPAC, che rappresenta gli interessi dei serricoltori messicani, si è detto stupito per l'intenzione di una revoca, in quanto non ne beneficerebbe nessuno: né le aziende messicane, né quelle della Florida e nemmeno i consumatori.

Tutti ora sono alla finestra per capire che cosa avverrà da qui a maggio 2019.