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Laburisti propongono un secondo referendum

La premier inglese May presenta il piano B sulla Brexit, ma non convince

La premier inglese Theresa May ha presentato le sue nuove linee d'azione, lunedì 21 gennaio 2019, ma il principale partito di opposizione del Regno Unito, quello laburista, ha chiesto formalmente di valutare la possibilità di organizzare un nuovo referendum sull'uscita del Paese dall'Unione europea.

Il leader dei laburisti, Jeremy Corbyn, ha spiegato che l'opzione del referendum è una tra quelle proposte dal suo partito per evitare le conseguenze del no deal, che si verificherebbero nel caso in cui si arrivasse al prossimo 29 marzo (data fissata per la Brexit) senza un accordo tra Regno Unito e Unione europea.

Al momento, i parlamentari laburisti favorevoli a un secondo referendum sono 71, ma la campagna per un nuovo voto popolare ha ottenuto il consenso anche di 10 deputati del Partito conservatore.  

L'opzione del referendum non è però stata l’unica annunciata lunedì dai laburisti in Parlamento. Corbyn ha avanzato altre proposte per evitare lo scenario del no deal, cercando di togliere l’iniziativa sulla Brexit al governo May, in evidente difficoltà a ottenere l’appoggio della Camera bassa. Secondo Corbyn, il piano B presentato dalla May ripeteva sostanzialmente le scelte fatte in precedenza, senza proporre niente di nuovo.

Theresa May ha affermato di essere disponibile a un "dialogo costruttivo e senza precondizioni", ma lamenta il forfait del leader dell'opposizione laburista, insistendo che un no deal può essere escluso solo sulla base dell'approvazione di un accordo, mentre la richiesta di un rinvio dell'uscita dall'Ue del 29 marzo non può essere formulata a Bruxelles, senza la preliminare indicazione di una nuova bozza d'intesa. Un secondo referendum sulla Brexit "minerebbe la fiducia" del popolo britannico nella politica.

May punta a un (quasi impossibile) accordo con l'Ue sui confini con l'Irlanda
La premier ha promesso "rassicurazioni" sui diritti dei lavoratori e sulla salvaguardia dell'ambiente, ha annunciato che i cittadini Ue - per rimanere in Gran Bretagna - non dovranno più pagare 65 sterline e ha espresso l'intenzione di ottenere più concessioni sull'odiato backstop, il meccanismo che impedisce un confine duro tra Irlanda e Irlanda del Nord nel caso che, durante il periodo di transizione, non si arrivi a stringere un accordo commerciale.

Elaborazione FreshPlaza su fonte ilpost.it / ansa.it / it.businessinsider.com

Data di pubblicazione: