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Prezzi troppo bassi e concorrenza estera con regole piu' blande

In Italia la filiera dell'aglio e' a rischio

I prezzi dell'aglio, pagati agli agricoltori, da un paio d'anni sono così bassi che la filiera è a rischio. Se si va avanti così, molti coltivatori si dedicheranno ad altro. Lo afferma Francesco Rastelli, produttore di aglio piacentino e presidente della cooperativa Copap che fa il punto della situazione. 

"Per avere una redditività dignitosa, l'aglio dovrebbe essere pagato agli agricoltori attorno a 1,50 euro/kg. Invece siamo a circa 1 euro, con talvolta casi incredibili anche di 0,90 euro/kg. Non è così che si valorizza la filiera italiana! E solo, poi, perché da Cina e Spagna arriva prodotto a prezzi molto più bassi".

In Italia si consumano circa 60.000 tonnellate di aglio, ma se ne producono solo la metà. La Spagna ne produce oltre 260mila tonnellate ed è un forte esportatore anche in Italia. Però nel Paese iberico vi è una meccanizzazione più spinta e, oltre ad avere costi del lavoro inferiori, i coltivatori possono utilizzare anche dei principi attivi che in Italia sono vietati dal Ministero della Salute. 

"E' un controsenso - continua Rastelli - ed è deprimente che la Gdo faccia il prezzo sul valore più basso, mettendo sullo stesso piano l'aglio italiano e quello estero, che ha meno vincoli e garanzie. Nel nostro territorio piacentino, alcune aziende agricole hanno alzato bandiera bianca. Se si continua così, la filiera dell'aglio rischia di scomparire e, sulle tavole degli Italiani, arriverà solo prodotto spagnolo o cinese". 

Nonostante il periodo non positivo, in vista del Natale Copap ha un regalo per tutti i consumatori: un ricettario con le "ricette dei nonni" tipiche della tradizione piacentina. Il ricettario può essere scaricato dal sito www.copap.it