Quando William Pulles acquistò un'azienda nella valle di Keisie, vicino a Montagu nel Karoo meridionale (Sudafrica), con un occhio anche alla riserva di foraggio per i suoi struzzi, trovò qualcosa di molto diverso: l'alchechengi del Capo o physalis.
Ora è diventato l'unico agricoltore in Sudafrica con un'attenzione particolare all'alchechengi del Capo (conosciuto localmente come uva spina del Capo) e il più grande fornitore locale di questo frutto minore, che attira sempre più i nutrizionisti.
William ha grandi progetti sulla sua frutta: ha aperto un ufficio nei Paesi Bassi dove, con i commercianti olandesi, vuole avviare le esportazioni. "Cercheremo di cambiare un po' il mercato perché in Europa l'alchechengi è più conosciuto per il suo involucro, usato come decorazione, o perché si immerge nel cioccolato. Mi spiace che la gente lo consideri una decorazione per le torte piuttosto che un super-alimento".
"E' interessante notare che, mentre ci si concentra così tanto sul mirtillo considerandolo un superfood (e in effetti lo è), l'alchechengi del Capo di fatto lo supera su quasi tutti i fronti". I suoi livelli di antiossidanti, vitamine A, B , C, E e K, minerali e fibre sono significativamente più alti di quelli del mirtillo.
"E' mia intenzione diventare un fornitore di alchechengi su larga scala in Europa" ha dichiarato, e infatti, avrebbe già iniziato le esportazioni la scorsa stagione, se non fosse stato per la siccità nel Karoo meridionale, che ha ridotto qualità e dimensioni.
La valle di Keisie nel Karoo meridionale (foto fornita da William Pulles)
La Keisie Valley Gooseberries coltiva la sua varietà e frutti più grandi
William ha iniziato a coltivare l'alchechengi del Capo nel febbraio 2014, quando diversi altri produttori di questo frutto avevano deciso di abbandonare un raccolto particolarmente laborioso, dopo le proteste di De Doorns nel 2012.
"Era un buon momento per iniziare la produzione dell'alchechengi del Capo e abbiamo costruito l'impianto per l’imballaggio e tutte le strutture necessarie per la conservazione a basse temperature e la refrigerazione, magazzino di stoccaggio e locale refrigerato. Nella nostra azienda, abbiamo identificato una varietà con frutti di calibri maggiori, ma sotto tutti gli altri aspetti è indistinguibile dagli altri alchechengi. Raccogliamo i semi e i vivai riproducono le piante per noi. Questa varietà più grande non si riproduce facilmente come le altre varietà di alchechengi, ma ne conosciamo i pro e i contro".
La rete di coltivatori - che garantisce una fornitura costante, per tutto l'anno - conta ora otto coltivatori in tutto il Paese, da dove i frutti di prima categoria verranno trasportati in camion fino all'impianto di confezionamento di Montagu, e da lì all'aeroporto di Cape Town. William punta a una produzione di circa 300 ton, grazie alla rete di coltivatori.
Produzione biologica
"La nostra gestione integrata dei parassiti è completamente biologica, non spruzziamo prodotti chimici sulle nostre piante. Abbiamo sviluppato protocolli biologici e la nostra produzione frutticola è a residui zero. Non la commercializziamo però come biologica perché per questo l’azienda, e tutte le strutture collegate, devono possedere le relative certificazioni - ha spiegato - In questa fase tutto è stato certificato in termini di GlobalGAP. Considereremo sicuramente la certificazione biologica in futuro, perché in Europa il sovrapprezzo per i prodotti bio è significativo".
"E' tempo che il mercato europeo scopra il vero superfood: l’alchechengi del Capo", ha concluso William.
Per maggiori informazioni:
William Pulles
Keisie Valley Gooseberries
Tel.: +27 82 690 7599
Email: William@kvgooseberries.co.za
Web: www.kvgooseberries.co.za