Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Assosementi e Federbio pronte a firmare un'intesa

Banca dati delle sementi biologiche: tre semafori per capirci qualcosa

Si possono produrre ortaggi biologici anche senza sementi bio, grazie alle deroghe. E' uno dei passaggi del regolamento che non piace al mondo produttivo. Se ne è parlato il 3 maggio 2018 al convegno promosso da Assosementi, Federbio e Convase a Bologna.

Pier Giacomo Bianchi
del Crea DC ha sottolineato che è stata concessa una proroga che si protrarrà fino al 2035. "I punti critici - ha detto Bianchi - sono l'insufficiente disponibilità di sementi bio; elenco di varietà appropriate non disponibile, effetto negativo sulle deroghe, risorse limitate per la ricerca e la sperimentazione. E questo porta a cercare materiale convenzionale in deroga".


Pier Giacomo Bianchi del Crea

Il decreto del Ministero del 24 febbraio 2017 ha avuto lo scopo di istituire una banca dati informatizzata che comprenda sementi e tuberi di patata da semina ottenuti tramite metodo biologico.

Tre sono le liste del Ministero: lista rossa senza deroga, lista verde cioè deroga automatica perché non c'è alternativa; lista gialla con deroga caso per caso. Tutti i fornitori biologici devono registrarsi alla Banca dati sementi.

"Occorre introdurre una valutazione facoltativa delle varietà adatte all'agricoltura biologica nel processo di iscrizione al catalogo nazionale delle varietà, sull'esempio tedesco e austriaco".



Assosementi e FederBio pronte a firmare un Protocollo d'Intesa che possa superare l'attuale sistema delle deroghe e garantire una produzione biologica tracciata a partire dal seme. Con questo obiettivo, le due organizzazioni hanno annunciato di essere pronte a siglare un'intesa che definisca una stretta collaborazione di filiera e preveda la produzione di sementi biologiche secondo i quantitativi richiesti dagli agricoltori.

Paolo Carnemolla di Federbio ha affermato che negli ultimi 15 anni la situazione è peggiorata: 81mila domande di deroghe di fronte a 80mila operatori fanno riflettere. "Lancio un grido di allarme - ha dichiarato - di una situazione che a volte è nebulosa, tipo operatori bio che producono con rese maggiori del convenzionale. L'altro problema è che si deve mettere mano al sistema di certificazione. La produzione bio si deve fare partendo dal seme bio. Chi entra nel sistema di certificazione biologica, deve rispettare appieno i requisiti del regolamento. Le deroghe devono essere eccezionali, non la prassi normale".


Paolo Carnemolla di Federbio

"Io mi chiedo - ha proseguito Carnemolla - come si fanno a tollerare da 20 anni delle anomalie che diventano la prassi? Non va bene, questa situazione deve finire. Ministero e regioni devono richiamare gli enti di certificazione. Se non si hanno sementi bio, si ricostruisce la filiera. La deroga deve essere rara, non la prassi. Diamo un tempo di adeguamento, ma in pochi anni occorre usare solo sementi bio. Gli organismi di certificazione sono una ventina: troppi! Vanno riformati. E poi occorre chiudere le filiere".



Il presidente di Assosementi Giuseppe Carli (foto sopra) ha tratto le conclusioni, sottolineando che nei prossimi anni i consumatori vorranno biologico, ma gli agricoltori dovranno produrre molto di più a parità di superficie. Contiamo 170 aziende associate e credo che chi faccia il bio sia davvero un passo avanti. Noi possiamo contribuire attraverso la tecnologia. Le nostre aziende sanno bene che per fare seme bio serve alle spalle una ricerca lunga e laboriosa".