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I commenti Cia, CCPB e Confagricoltura

Approvato regolamento sul biologico: le nuove regole UE criticate dall'Italia

Con 466 voti a favore, 124 contrari e 5 astenuti, L'Europarlamento ha approvato le nuove norme sulla produzione e commercializzazione dei prodotti da agricoltura biologica. Gli europarlamentari italiani di tutti i partiti hanno votato contro il provvedimento, frutto di un compromesso tra le istituzioni europee raggiunto nell'estate 2017.

Le delegazioni italiane chiedevano norme più restrittive di quelle adottate, in particolare sulla soglia di contaminazione accidentale da pesticidi non autorizzati e sulle deroghe concesse all'importazione di prodotti bio da Paesi terzi.

"Le nuove regole europee sull'agricoltura biologica non sono assolutamente in linea con i livelli e gli standard di qualità che sono applicati da anni in Italia, che è al primo posto in Europa per produzione e al secondo per superficie coltivata a bio. Esprimiamo quindi tutta la nostra contrarietà come Agricoltori Italiani". Questo il commento di Cia, a conclusione del voto dell'Europarlamento.

"Si tratta, di fatto, di norme che non riformano il settore biologico - spiega Cia -. Soprattutto non apportano alcun miglioramento per i consumatori nel momento in cui non intervengono sulle regole che riguardano la contaminazione dei prodotti, eliminando dai negoziati la questione delle soglie per i residui di fitofarmaci".

"In questo modo si penalizza il nostro Paese, che è tra i più virtuosi nel rispetto del metodo di produzione biologica e del sistema dei controlli - aggiunge Cia - ponendoci in una condizione di svantaggio competitivo in Europa".

Ora bisogna lavorare su due fronti: da un lato insistere a Bruxelles affinché, con gli atti delegati ed esecutivi, si vada verso misure armonizzate sulle contaminazioni e maggiori tutele per i produttori biologici; dall'altro lato riprendere in mano il disegno di legge nazionale sul biologico che il Parlamento uscente non è riuscito ad approvare.

Per CCPB (organismo di certificazione e controllo dei prodotti agroalimentari e "no food" ottenuti nel settore delle produzione biologica, eco-compatibile ed eco-sostenibile) ci sono due punti critici: la mancanza di omogeneità sulle soglie di residui e la cancellazione della visita annuale per le aziende meno a rischio.

L'ultimo passaggio prima della pubblicazione avverrà a maggio con il via libera definitivo da parte del Consiglio Agricoltura e pesca che riunisce tutti i Ministri dell’Agricoltura. Il regolamento, con i relativi regolamenti applicativi collegati, entrerà in vigore dal 1 gennaio 2021 sostituendo l’attuale Reg CE 834/2007.

Già in passato CCPB aveva fatto propria la posizione critica di EOCC (The European Organic Certifiers Council, associazione che raggruppa i principali organismi di certificazione europei), soprattutto su due punti: la mancanza di omogeneità tra i vari paesi nel definire la soglia massima di residui presenti nei prodotti biologici e l’eliminazione della visita ispettiva annuale per aziende considerate non a rischio.

Nel primo caso ogni paese può stabilire delle differenze che, seppur minime, creano un sistema di competizione sleale per cui prodotti che in alcuni paesi non possono essere venduti come biologici, per altri lo sono. La visita ispettiva annuale secondo EOCC è il "cuore della fiducia dei consumatori e degli operatori nel sistema di certificazione", rinunciarci in un periodo di grande crescita del bio, potrebbe abbassare il livello delle garanzie offerte dal biologico.

"Un provvedimento – commenta a sua volta l'Organizzazione degli imprenditori agricoli Confagricoltura - che annacqua la qualità della produzione agricola biologica italiana ed europea e che mette di fatto i produttori agricoli nella condizione di dover applicare i disciplinari privati della distribuzione e della trasformazione, oltre che le disposizioni del regolamento".

Confagricoltura ricorda che sulla spinta dei Paesi del nord Europa, il regolamento permette di coltivare i prodotti bio anche senza seminarli su terra, perdendo così la naturale difesa della biodiversità, uno dei cardini dell'agricoltura biologica. Altrettanto grave è consentire, senza alcun rispetto per il consumatore e il produttore, di vendere prodotti biologici contaminati accidentalmente da pesticidi.

"Sono scelte che mettono in pericolo un settore in forte espansione, che avrebbe bisogno di una maggiore tutela, sia nei controlli, sia nelle regole di produzione - rimarca l'Organizzazione agricola - Voler fare agricoltura biologica a tutti i costi, annacquando le regole, rischia di snaturare un comparto che basa il suo operare su principi quali il rispetto dei cicli naturali di coltivazione e allevamento, la tutela della biodiversità del suolo, la valorizzazione di specie antiche, il divieto assoluto di uso di pesticidi non organici, la coltivazione e l'allevamento di specie autoctone".

Unico aspetto positivo del regolamento, a parere di Confagricoltura, è la possibilità di conoscere l'origine delle materie prime e del prodotto attraverso l'etichetta. Per questo l'Organizzazione degli imprenditori agricoli invita i consumatori a leggere l'etichetta e a preferire i prodotti biologici italiani. "Una scelta – dice – che supporta la filiera nazionale che si sta impegnando a mantenere alta la qualità, migliorando le già avanzate norme di produzione biologica in vigore nel nostro Paese."
Data di pubblicazione: