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Crescono i consumi di noci, ma sono alimentati dalle importazioni
L'Italia non ha una grande produzione di noci, pur avendo zone vocate ed una importante tradizione e anche se negli ultimi anni c'è stata una ripresa delle superfici, ne consumiamo e ne utilizziamo talmente tante da avere un notevole flusso di importazione. Si tratta di oltre 41.700.000 chilogrammi di noci in guscio importate nel 2016 da Usa, Francia e Cile, in crescita rispetto al 2015 del 19%.
Alle importazioni di noci in guscio si aggiungono anche 6,7 milioni di chilogrammi di noci sgusciate. La produzione nazionale è stimata in circa 11 milioni di chilogrammi (Campania, Sicilia, Calabria, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto), ma non viene rilevata dall'Istat né la produzione né la superficie ed è una grave carenza del sistema statistico nazionale che non consente alle imprese di avere un quadro chiaro della situazione.
Una crescita tumultuosa delle importazioni e dei consumi, basti pensare che nel 1993 ne venivano importati 6 milioni di chilogrammi e nel 2000 10 milioni di chilogrammi. Una crescita che non si accenna a fermarsi, se si pensa che tra gennaio ed agosto 2017, gli ultimi dati Istat disponibili, le importazioni sono state pari a 20,04 milioni di chilogrammi, rispetto ai 13,6 milioni di chilogrammi dello stesso periodo del 2016 (+47%, con il Cile che ha raddoppiato le proprie esportazioni in Italia e gli Usa che le hanno incrementate di 2 milioni di chilogrammi).
Le noci in guscio, come tutta l'ortofrutta, devono essere etichettate con il luogo di coltivazione, mentre le noci sgusciate non sono, purtroppo, ancora assoggettate allo stesso obbligo.
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