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Dop e Igp offrono un valore aggiunto: l'esempio di patate e carciofi

In Italia sono 575 le Dop (Denominazione di origine protetta) registrate, mentre si contano 244 Igp (Indicazione geografica protetta). Ultima all'appello in ambito ortofrutticolo, la Lenticchia di Altamura Igp (clicca qui). Raccogliendo le testimonianze di operatori del settore, è scaturita l'importanza e il peso sul mercato di un prodotto certificato dall'Unione Europea. Due gli esempi: patate e carciofi Igp e Dop.

"Le Patate della Sila Igp si stanno vendendo bene e sono molto apprezzate - dichiarava a dicembre Albino Carli, direttore commerciale del Consorzio Produttori Patate Associati-PPAS - Abbiamo mantenuto prezzi in linea con lo scorso anno, quando le condizioni erano decisamente più favorevoli, e questo ci fa capire che stiamo seguendo la strada giusta con l'Indicazione geografica protetta". Il Consorzio ha infatti aumentato le vendite di un 11% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, un po' in controtendenza con quello che è il mercato generale delle patate (cfr. FreshPlaza dell'11/12/2017).



Parlando di carciofi, e nello specifico riferendosi alla Igp del carciofo brindisino e alla Dop dello Spinoso sardo, un agronomo ha dichiarato: "I marchi di qualità qualificano sicuramente sia il produttore sia il commerciante. Qualche volta quello che dispiace è che le certificazioni implichino spese ulteriori e maggiori controlli e che il prodotto a marchio UE non venga apprezzato come dovrebbe dal consumatore finale e persino dalla Grande distribuzione".

Secondo il tecnico, è necessario qualificare le produzioni nostrane, offrire un po' più di certezze al consumatore finale, facendogli capire che dietro a un marchio c'è lavoro, qualità, garanzia e sicurezza.