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La camola del miele 'smaltisce' la plastica

La larva della Galleria mellonella, ossia la camola del miele, è in grado di degradare il polietilene che rappresenta il 40% della produzione totale di plastica ed è comunemente usato nei sacchetti della spesa. Lo ha scoperto Federica Bertocchini, biologa molecolare di Piombino e ricercatrice italiana dell'Università della Cantabria a Santander, in Spagna.

La scoperta è avvenuta quasi per caso, quando la ricercatrice, apicoltrice hobbista, ha notato che i sacchetti di plastica che contenevano le larve della farfalla Galleria mellonella erano forati e il 13% della plastica era stata divorata dall'insetto nel giro di 14 ore.



La ricerca, cui hanno partecipato anche a Paolo Bombelli e a Chris Howe, entrambi biochimici dell'Università di Cambridge, ha messo in luce che il polietilene veniva trasformato chimicamente in glicole etilenico, un composto organico molto usato come anticongelante.

Cento camole del miele sono in grado di degradare 92 milligrammi di polietilene in 12 ore. I risultati sono stati pubblicati su Current Biology dal team di ricercatori e questa scoperta potrebbe contribuire a risolvere il problema dello smaltimento della plastica.

Il bruco depone le uova all'interno degli alveari, dove le larve crescono sulla cera d'api. Normalmente la larva non mangia la plastica, ma in caso di bisogno riesce ad adattarsi, molto probabilmente perché la digestione della cera d'api e del polietilene richiede la rottura di legami chimici dello stesso tipo. La capacità della camola del miele di digerire il polietilene richiede quindi ulteriori studi, dato che al momento non è chiaro se sia dovuta direttamente al suo organismo o all'attività enzimatica della sua flora batterica.

"Per ora - aggiunge Bertocchini - con i nostri esperimenti abbiamo capito che la degradazione della plastica non avviene solo per la semplice azione masticatoria e quindi meccanica del baco, ma proprio per un processo chimico".
Data di pubblicazione: