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Consumo di frutta e verdura nella lotta al cancro: vediamo in che misura

Frutta e verdure sono universalmente ritenuti cibi salutari e ciò è profondamente vero, al di là di regimi alimentari che seguono più le mode che la ricerca di stili di vita salutistici. Cionondimeno, in che misura i polifenoli, composti naturali presenti in abbondanza in frutta e verdura, fanno davvero bene? Hanno cercato di rispondere al quesito i ricercatori dell'Istituto di scienze dell'alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Isa-Cnr) di Avellino con due distinti studi.

Nella ricerca pubblicata su Seminars in Cancer Biology, gli scienziati dell'Isa-Cnr, Gian Luigi Russo e Maria Russo, hanno analizzato la capacità di queste sostanze di agire da antiossidanti, cioè di neutralizzare i radicali liberi responsabili dell'invecchiamento, evidenziando la differenza tra i dati ottenuti in modelli animali e cellulari, che confermano gli effetti antitumorali dei polifenoli, e i risultati degli studi clinici, spesso non chiari o addirittura negativi.

Per capire meglio la reale portata di queste nuove considerazioni, ci siamo rivolti direttamente ai ricercatori in questione.

FreshPlaza: Dr. Russo, i prodotti ortofrutticoli più ricchi di polifenoli, sono effettivamente quelli con maggiore potere antitumorali? Se si, quali tra questi sono i frutti che meglio contrastano l'insorgenza di malattie tumorali?

Gian Luigi Russo: Bisogna fare chiarezza: non sempre c'è una correlazione diretta tra quantità totale di polifenoli presenti in alimento ed effetto antitumorale. Piuttosto, si può parlare di diversa "qualità" dei polifenoli, nel senso che, tra le diverse migliaia di composti, quelli che hanno una attività antitumorale meglio documentata in modelli cellulari ed animali appartengono alla classe dei flavonoidi, tra cui la quercetina presente nelle mele e nelle cipolle (la sostanza da noi studiata), o la genisteina presente nella soia, o il resveratrolo presente nelle bucce dell'uva e del vino rosso.

In questi studi, tuttavia, si utilizzano spesso molecole pure e a concentrazioni molto maggiori rispetto a quelle presenti nei prodotti ortofrutticoli. Questo non significa che i polifenoli presenti nel loro insieme nella matrice vegetale non possano avere un effetto preventivo nei confronti del cancro. Infatti, un recente studio epidemiologico che ha esaminato migliaia di soggetti per diversi anni ha documentato l'efficacia nella prevenzione di tumori del tratto gastro-intestinale se si assumono giornalmente 600 gr. di frutta/verdura soprattutto lattuga, broccoli, cavoli e in genere ortaggi di colore giallo-verde, ma dire che mangiare più mele e cipolle possa curare un paziente oncologico non ha alcun fondamento scientifico.

Nello studio pubblicato sulla rivista Oncotarget è stata invece valutata la possibilità che singole molecole polifenoliche esercitino un'attività antitumorale, indipendentemente dalla loro natura di antiossidanti.

FreshPlaza: Dr.ssa Russo, dallo studio da Lei condotto assieme al Suo collega è emerso un distinguo da fare nel consumo di frutta e verdura, durante i trattamenti farmacologici antitumorali. Come comportarsi negli intervalli tra un ciclo e l'altro?

Maria Russo: Anche qui è necessario precisare: il nostro distinguo si riferiva all'assunzione di megadosi di "antiossidanti" nel corso della chemioterapia, che è cosa ben diversa del consumo della stessa tipologia di composti attraverso una dieta ricca in frutta e verdura che comunque, nel paziente oncologico, deve essere stabilita dallo specialista.

Tuttavia, come nel caso della quercetina, non si può escludere che alcuni di questi composti naturali possano avere un'efficacia clinica in specifiche forme tumorali indipendentemente dallo loro capacità antiossidante, in quanto capaci di inibire molecole che favoriscono lo sviluppo del tumore o potenziare altre che lo bloccano. Ancora una volta, questi incoraggianti studi sperimentali necessitano di conferme cliniche in soggetti affetti da specifiche forme tumorali.


Immagine sopra: cellule derivate da Leucemia linfocitaria cronica trattate con quercetina e con il farmaco apoptogenico ABT-737. In verde chiaro, le cellule tumorali morte.

Gli autori concludono che lo studio degli effetti benefici dei polifenoli nella prevenzione e nella terapia del cancro va affrontato sfruttando modelli cellulari adeguati e selezionati per la loro elevata specificità. L'efficacia va, pertanto, valutata con attenzione.