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Acqua: quanta ne abbiamo a disposizione e come la usiamo

"L'Italia potrebbe essere tranquillamente definita come una penisola blu, anche se non mancano i problemi; l'acqua presenta una distribuzione sia stagionale sia territoriale piuttosto eterogenea, con situazioni di criticità e scarsità ricorrenti in alcune aree".

Così Erasmo D'Angelis, coordinatore di Italiasicura, in occasione della Conferenza nazionale sulle acque tenutasi ieri, 22 marzo 2017 a Roma, dopo quasi mezzo secolo. "La risorsa è concentrata in gran parte nel centro-nord e nei bacini del Po, Adige, Brenta, Tagliamento, Isonzo, reticoli minori della zona alpina, Arno e Tevere, nel sistema idrico Abruzzo-Molise. Grazie a invasi e trasferimenti a lunga distanza viene ridistribuita con un meccanismo solidale che vede ad esempio la Puglia, tra le più povere d'acqua, utilizzare gli ingenti flussi da Basilicata e Campania".

Nel corso dell'evento, l'Istat ha fornito un quadro di sintesi delle principali statistiche sulle risorse idriche. L'analisi, a livello nazionale, è stata condotta considerando i dati relativi alla media annuale dei periodi 1971-2000 e 2001-2010. L'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), nell'ambito delle sue attività istituzionali quale referente nazionale per l'idrologia operativa, ha stimato i valori degli indicatori idrologici che misurano le componenti fisiche del bilancio idrologico anche per i successivi anni 2011-2015. Le due elaborazioni, pur non confrontabili a livello statistico per via delle diverse metodologie di stima utilizzate, evidenziano un trend positivo delle diverse variabili coinvolte nell'analisi.


Clicca qui per un ingrandimento della tabella.

Le peculiari caratteristiche idrogeologiche e climatiche della penisola italiana condizionano notevolmente la disponibilità e la distribuzione delle risorse idriche sul territorio.

La media della precipitazione totale nel periodo 2001-2010 supera solo dell'1,8% il valore del periodo 1971-2000. Con 191 miliardi di metri cubi, il 2001 è stato l'anno più siccitoso del decennio in esame (-20,8% rispetto al valore medio 1971-2000), a seguire il 2007 con 195 miliardi di m3. La maggiore piovosità si è verificata invece nel 2010, con 307 miliardi di m3 (+27,3% rispetto al 1971-2000). L'incremento tendenziale appare confermato anche dai dati Ispra del 2011-2015.

Negli anni 2001-2010 l'evapotraspirazione reale, ovvero l'acqua che si trasferisce dal suolo all'atmosfera sia per evaporazione che per traspirazione delle piante, corrisponde al 60,5% delle precipitazioni (64,6% nel periodo 1971-2000).

Su scala nazionale, la quantità di risorse idriche rinnovabili prodotte nel periodo 2001-2010 risultano in leggero aumento rispetto ai trent'anni precedenti (1971-2000); l'aumento è confermato anche per il periodo 2011-2015.

Uso dell'acqua
Con dati riferibili all'anno 2012, l'Istat mostra il quadro delle diverse forme di utilizzo, diretto e indiretto, dell'acqua, per le principali macro attività: usi civili, usi industriali, usi agricoli (irrigazione e zootecnia) e produzione di energia.


Clicca qui per un ingrandimento dei grafici.

Per queste attività sono stati utilizzati complessivamente 26,6 miliardi di m3 di acqua nel 2012. Il 54,5% della domanda di acqua proviene dal settore agricolo, segue il settore industriale (20,7%), quello civile (19,5%) e il settore energetico (5,3%).



L'uso agricolo dell'acqua (pari a 14,5 miliardi di m3) deriva per il 93,7% da pratiche irrigue e per il restante 6,3% dalla zootecnia.