Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Agrinsieme: per la PAC non basta una 'aggiustatina'

Non basta dare un' "aggiustatina" alla riforma della Politica agricola comune (PAC) di metà percorso, serve piuttosto una revisione completa del sistema che passi da una semplificazione che ancora latita. E' quanto chiede a gran voce, anche se con sfumature diverse, il mondo delle organizzazioni agricole, in audizione in Commissione Agricoltura alla Camera, nell'ambito della discussione della PAC a due anni dall'entrata in vigore. L'Italia, infatti, è chiamata a dare un contributo con delle proposte da inviare a Bruxelles entro la metà di marzo, prima che si apra la fase emendativa; l'entrata in vigore della PAC revisionata è prevista il 1 gennaio 2018.

Secondo Agrinsieme (il coordinamento tra Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Cia, Confagricoltura e Copagri) nella PAC "vanno modificate le parti che hanno creato problemi, come l'applicazione delle misure ecologiche del greening e l'estrema burocrazia di tutte le procedure che risultano in gran parte più complicate rispetto alla precedente programmazione". Il coordinamento chiede poi di avere i dati statistici dei primi due anni di programmazione mai forniti da Bruxelles, come anche di rivedere i criteri dei pagamenti diretti.

La Coldiretti punta il dito sulla necessità di avere nuovi parametri di ripartizione delle risorse PAC. "Se rimarranno tali - avverte - rischiamo di perdere circa un 23% del valore che ci è stato dato nella precedente programmazione, circa 6 miliardi, 870 milioni l'anno".

Sul capitolo giovani, bene gli aiuti concessi per avviare le loro attività ma serve facilitare l'accesso al credito per permettere loro di mantenerle. UeCoop, infine, ricorda che tutte le proposte devono essere fatte guardando al futuro in vista della PAC del 2020, mentre l'Unci chiede più fondi al settore biologico, a fronte di un probabile calo.
Data di pubblicazione: