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Ancora maltempo sulla Sicilia: altra dura prova per le campagne

La Sicilia è stata nuovamente interessata dal maltempo. Questa volta sono state le piogge incessanti a far straripare fiumi e torrenti, che hanno allagato le più svariate colture.



Nel Ragusano abbiamo raccolto la testimonianza di Giuseppe Adamo, segretario comunale della Coldiretti di Scicli, la città che è stata particolarmente interessata dall'esondazione di ben tre corsi d'acqua: il torrente Arizza, il fiume Iminio e il torrente Modica Scicli. "Stiamo facendo la conta dei danni che al momento sono difficili da stimare, ma le conseguenze sono gravi",ha detto.

Le zone più colpite sono quelle basse e più vicine al mare, tra c.da Arizza e la frazione di Sampieri, dove sono state interessate colture in pieno campo, serre e tunnel, indistintamente.

In contrada Fossa Samuele si è registrata una, seppur temporanea, stagnazione dell'acqua di circa 70-80 centimetri. Ciò è dovuto al fatto che i terreni, dopo tanti giorni di pioggia, non riescono più a drenare l'acqua, ma anche al fatto che sono venuti giù quantità stratosferiche di fango, vegetazione e massi.

Il torrente Modica Scicli ha esondato in alcuni punti per oltre 10 metri, su entrambi gli argini, colpendo campi e serre, oltre che civili abitazioni.

Adamo: "La situazione è davvero deprimente, se si aggiunge questo flagello ai danni delle settimane scorse. Chiediamo alle Istituzioni di fare la loro parte, avviando al più presto misure di ristoro per il comparto".

Anche Confagricoltura Ragusa, con il presidente provinciale Antonino Pirrè e il direttore Giovanni Scucces, lancia un appello alle istituzioni regionali e nazionali affinché in tempi rapidi possa essere declamato lo stato di calamità naturale.



"La Regione si attivi immediatamente, senza perdere tempo, per operare nel migliore dei modi e dichiarare lo stato di calamità naturale dopo l'intensa pioggia torrenziale che si è abbattuta nelle ultime ore in provincia di Ragusa e che ha creato notevoli danni strutturali alle aziende agricole, oltre che danneggiare le produzioni - spiegano all'unisono Pirrè e Scucces - Fiumi esondati, campi allagati, ma anche muri crollati e aziende praticamente sott'acqua. Non è facile fare il conto delle perdite economiche, ma sicuramente le zone più danneggiate, ovvero il modicano, lo sciclitano e l'ispicese non possono attendere tempi lunghi".

Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente nazionale della Federazione Orticultura di Confagricoltura, Sandro Gambuzza, che si è detto profondamente preoccupato per le sorti del comparto.

Al coro si aggiunge la voce della politica che attraverso il deputato nazionale di Modica, Nino Minardo, chiede interventi urgenti: "I danni all'agricoltura sono ingenti, serre e colture a pieno campo sono state completamente distrutte dal forte vento e dall'abbondante pioggia. Chiedo di proseguire immediatamente all'avvio della dichiarazione dello stato di calamità ed emergenza e invito gli uffici competenti a procedere con urgenza e tempestivamente all'accertamento dei danni".