"Emergenza fitosanitaria sul Carrubo": questo il tema del convegno voluto dal Dipartimento Regionale dell'Agricoltura dell'Assessorato Regionale dell'Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, in collaborazione con l'Istituto d'Istruzione Superiore "Quintino Cataudella" di Scicli (provincia di Ragusa).
Una qualificatissima parterre di relatori è stata introdotta dal preside dell'Istituto, Vincenzo Giannone, in veste anche di sindaco di Scicli. Fitta la presenza da parte delle associazioni ambientaliste e degli studenti dell'Istituto Tecnico Agrario e Professionale per l'Agricoltura, che hanno riempito la sala congressi del Cataudella.
Il tavolo dei relatori. Da sinistra: Giovanna Tropea Garzia, Giuseppe Marano, Giuseppe Campo e Daniele Lo Monaco
"L'emergenza rischia di diventare un flagello - ha detto Giannone, prima di lasciare i lavori - soprattutto per l'equilibrio del paesaggio del Sud est della Sicilia. Lo scenario che non voglio neanche prospettare è desolante. Come Istituto Agrario abbiamo accolto e voluto questo evento al fine di conoscere le modalità d'intervento dai massimi esperti nel settore, qui presenti".
In casi come questo giocano un ruolo determinante gli organi preposti al controllo; a sciorinare le dinamiche che intervengono nel caso di una emergenza fitosanitaria conclamata è stato Giuseppe Marano, dirigente responsabile dell'Osservatorio per le Malattie delle Piante di Acireale - Servizio Fitosanitario Regionale e Lotta alla Contraffazione.
L'intervento di Giuseppe Marano
"I fattori concorrenti alla migrazione delle specie sono essenzialmente due - ha detto Marano - Da una parte vi è il movimento delle merci che veicola la diffusione dei parassi, dall'altra sono i cambiamenti climatici che ne favorisco lo spostamento e l'adattamento in nuovi territori. Le specie vengono dette aliene quando non sono presenti in una determinata area geografica e possono essere invasive dell'ecosistema nel momento in cui entrano in un nuovo territorio. Un esempio a tutti conosciuto è la Zanzara tigre, ma la stessa cosa avviene anche per le piante e sono tantissime le specie invasive che hanno quasi sempre ricadute pesanti sui territori in cui approdano. Un altro esempio eclatante è stato il Punteruolo rosso che ha colpito le nostre palme o la Xylella fastidiosa che sta distruggendo moltissimi ulivi, anche secolari, nel Salento".
"In tal senso - ha proseguito il dirigente - torna utile la Convenzione internazionale sulla protezione delle piante che ha l'obiettivo di controllare, attraverso protocolli più o meno rigidi a seconda dei Paesi, l'importazione di vegetali. A cascata, il Servizio Fitosanitario ha il compito di vigilare sulle specie e si attiva dopo la prima segnalazione del nuovo organismo, procede alla sua identificazione e subito dopo l'eventuale conferma si avviano le indagini nell'area interessata. Successivamente si procede alla notifica ufficiale (Pest report) che viene inviato all'UE; questa provvederà a formulare note ufficiali sul ritrovamento nello Stato interessato. Queste procedure hanno bisogno di tempo, perché l'approccio è scientifico e si agisce sulla base di certezze. Il Pest report è importantissimo perché serve a identificare un territorio e programmare gli opportuni interventi. A quel punto si procede all'attività di informazione e divulgazione alla quale seguono tentativi di eradicazione o contenimento del fenomeno".
"L'Osservatorio esegue continui controlli presso porti ed aeroporti, ossia laddove entrano merci dall'estero, nonché presso vivai ed aziende agrarie. Il nostro laboratorio effettua in media circa ottomila analisi di laboratorio all'anno. Tutte queste procedure servono, come nel caso molto diffuso dell'infestazione della Tuta absoluta, anche fare in modo che si possano applicare misure per proteggere le colture, cosi come si è agito in altre occasioni salvando intere economie e patrimoni arborei".
Marano ha concluso spiegando come sia importante la collaborazione degli operatori agricoli a vari livelli e dei cittadini nel segnalare sintomi sospetti sulle piante e che bisogna sfatare le accuse di lentezza o immobilismo che a volte vengono mosse al Servizio Fitosanitario. I tempi sono dettati dalle regole e dal metodo scientifico che mal si concilia con le scie emotive, sebbene queste siano comprensibili.
L'intervento di Giuseppe Campo
La parola è poi passata a Giuseppe Campo, sempre dell'osservatorio di Acireale, che invece è intervenuto nello specifico dell'infestazione in atto sul carrubo, evidenziando che i primi segni di sofferenza delle piante erano stati attribuiti ai topi: "Poi abbiamo capito che i fori sulla corteccia, con emissione di linfa imbrunita erano dovuti al coleottero scolitide Xylosandrus compactus Eichhoff, che penetra nel legno producendo delle gallerie" (cfr. FreshPlaza del 06/12/2016).
"Altro problema è che in Italia nessun prodotto insetticida è autorizzato sul carrubo e su questo specifico insetto - ha continuato l'esperto in servizio presso l'Osservatorio di Acireale - In ogni caso si tratta di misure che bisogna prima sperimentare, perché si rischierebbe di immettere nell'ambiente sostanze dagli effetti potenzialmente tossici sulla fauna selvatica, api e animali al pascolo".
L'elenco delle insidie non è finito!
Secondo l'esperto: "Dobbiamo aspettarci l'arrivo in Sicilia di un'altra specie simile a Xylosandrus compactus, e cioè Xylosandrus crassiusculus, già segnalato in Liguria, Toscana e Lazio e incluso nell'allert list dell'EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization); al riguardo, proprio il carrubo è notoriamente riportato in letteratura tra le piante predilette da quest'insetto".
I tempi dunque sono molto stretti e bisogna fare in fretta. In particolare nell'areale di Scicli, gravemente infestato, come hanno riferito testimonianze dal pubblico, il fenomeno sembrerebbe molto accentuato all'interno delle chiuse dei muri a secco, dove il terreno è molto asciutto e, complici i prezzi arrivati al minimo storico di 25-30 centesimi al kg, le piante sono abbandonate al loro destino.
L'intervento di Daniele Lo Monaco
Il personale a disposizione del Servizio purtroppo è esiguo, tant'è che "l'Unità Fitosanitaria periferica di Ragusa - riferisce Daniele Lo Monaco, tecnico in servizio presso la sede di Vittoria - risulta essere sotto organico e cionondimeno ci sforziamo di garantire i controlli sul territorio e stiamo studiando possibili proposte per utilizzare risorse finanziarie dell'UE anche per casi fitosanitari come quello del carrubo".
A dare manforte però contribuisce l'intervento di Claudio Conti, docente presso l'Istituto Agrario di Scicli, che lancia l'idea di utilizzare le ore di lezione di materie pratiche degli studenti per impiegarli nella raccolta di dati in campo sulla biologia del coleottero, in collaborazione con l'Università di Catania ed il Servizio Fitosanitario.
Altamente tecnico l'ultimo intervento, quello di Giovanna Tropea Garzia (nella foto a destra) del Dipartimento Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell'Università degli Studi di Catania, la quale ha compiuto un excursus molto approfondito del fenomeno, affrontando quelli che sono gli aspetti squisitamente entomologici della problematica. La relatrice ha sottolineato: "Le cause sono un effetto collaterale della globalizzazione, già riferite negli interventi precedenti. In questo contesto, le popolazioni degli Scolitidi presentano le esplosioni geografiche di maggior successo, grazie al fatto che vivono all'interno di materiale legnoso dove si riproducono e quindi sono in grado di oltrepassare le misure di controllo preventivo e superare le condizioni climatiche avverse".
Sopra e sotto: slide della relazione di Giovanna Tropea Garzia
Al termine delle relazioni, si è aperto un dibattito con moltissime domande da parte di studenti e rappresentati delle associazioni presenti. I relatori, in tal modo, hanno avuto modo di riprendere e approfondire taluni concetti esposti nei loro interventi. Il clima cordiale e altamente formativo per i presenti, ha fornito spunti e suggerimenti per future collaborazioni tra il l'Istituto 'Cataudella', il Dipartimento Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell'università degli Studi di Catania, l'Osservatorio per le Malattie delle Piante di Acireale - Servizio Fitosanitario Regionale e Lotta alla Contraffazione e le Associazioni ambientaliste presenti.
Autore: Gaetano Piccione

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