L'atto dimissionario di Suglia era inteso come gesto di protesta di fronte alla impossibilità, per l'Associazione, di incidere presso le sedi istituzionali a fronte dell'aggravarsi della situazione nella quale gli operatori ortofrutticoli sono costretti a operare.
Suglia dichiara: "Prendo atto del segnale di fiducia degli associati. Continuerò a sostenere le loro istanze. Il contesto, tuttavia, appare complesso e sempre più difficile. Mi sorprende il silenzio che grava intorno a una legge-capestro come quella contro il caporalato; una norma che non sconfiggerà alcun fenomeno criminale, rischiando invece di farci finire in galera per delle inezie. Come organizzazione, ci doteremo di tutti i mezzi legali per tutelarci di fronte a quello che si delinea come l'ennesimo aggravio burocratico ai danni delle imprese oneste, che creano lavoro in uno dei momenti storici più critici per la nostra economia e per i nostri territori. Siamo stanchi di pagare per l'opportunismo di una politica capace solo di cavalcare gli scandali del momento senza pensare alle reali conseguenze".