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Solo il 38% delle famiglie acquista asparagi: serve piu' marketing

All'asparago manca visibilità. Si potrebbe quasi parlare di una carenza di marketing e di totale assenza sui mass media. Ed è un peccato, perché l'Italia è una nazione vocata, in alcune zone, per questa coltivazione e il prodotto nazionale è apprezzato anche in Europa. Di questi temi si è parlato durante un convegno organizzato a metà settembre a Macfrut.

 

"In Italia se ne consumano solo 2,3 kg pro-capite all'anno – ha detto l'esperto Luciano Trentini, promotore dell'evento - pari allo 0,52% degli acquisti annuali di ortaggi delle famiglie. La spesa dedicata all'asparago è stata pari a soli 11 euro a famiglia. Dal punto di vista produttivo, in Italia ne coltiviamo 5.500 ettari e siamo al 9° posto al mondo nella classifica dove il podio è costituito da Cina, Perù e Messico".



"In Europa siamo al terzo posto dopo Germania e Spagna. Il 50% della produzione nazionale è situata in Puglia, specialmente nella provincia di Foggia, poi in Veneto e Campania. Nel 2016 le rese sono state inferiori alla media, quindi i prezzi sono aumentati. A livello mondiale assistiamo a una produzione che, dopo alcuni anni di crescita, nell'ultimo biennio si è assestata".



L'indice di penetrazione dell'asparago negli acquisti delle famiglie è basso (38%), specie se lo si paragona alla patata che è del 98%. Performance uguali o peggiori ce le hanno solo cavoli, piselli e fagioli freschi.



Trentini poi ha fatto il punto sull'annata 2016. "A inizio stagione, i quantitativi in entrata sono risultati modesti e il mercato ha registrato quotazioni interessanti e costanti, con la sola flessione registrata nella seconda metà di aprile. Le vendite sono state sempre fluide, grazie alla buona domanda. Il protrarsi di raccolte regolari ha consentito un buon posizionamento del prodotto anche durante la fase conclusiva della stagione. A livello generale non ci sono stati picchi di offerta. Le rese unitarie sono risultate inferiori al 2015".



L'asparago italiano ha una forte connotazione stagionale. La produzione, le esportazioni ma anche le importazioni sono concentrati in tre mesi, da aprile a giugno. Negli ultimi anni si è assistito a un aumento dell'export.

Fra le diverse relazioni che si sono succedute, una ha riguardato il pirodiserbo nel ciclo dell'asparago. La fila coltivata deve essere mantenuta libera dalle infestanti per agevolare la raccolta e per non mettere in competizione malerbe e turioni. Il pirodiserbo è una valida alternativa all'uso dei diserbanti. Si può utilizzare in tre fasi: nella fase di raccolta, durante la libera vegetazione delle piante e a fine ciclo.

 

Le Officine Mingozzi di Argenta (Ferrara) hanno messo a punto un sistema di pirodiserbo che accoppia efficacia e sicurezza. Nella fase di raccolta, il trattamento può essere effettuato ripetutamente su tutta la superficie della fila (baulatura) con la macchina modello PTR-C. Idonei parametri operativi sono stati determinati mediante prove di campo per ottenere un controllo efficace delle infestanti salvaguardando al contempo i turioni che emergono di continuo. Il miglior compromesso è stato ottenuto con velocità di avanzamento di 5 km/h e pressione esercizio gas di 0,8 bar.



Le macchine per pirodiserbo utilizzate in queste prove sono portate dalla trattrice e dotate di due bombole di gpl, convogliato ai bruciatori in fase gassosa. La fiamma agisce alla base delle piante di asparago i cui steli sono relativamente resistenti al calore, eliminando così in maniera selettiva le infestanti.