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Con la dieta mediterranea si puo' combattere l'Alzheimer

L'alimentazione è un fattore di rischio modificabile che gioca un ruolo determinante nel prevenire o ritardare l'insorgenza di demenza e nel rallentarne la progressione. E' quanto è emerso da un recente progetto di ricerca condotto da Korian Italia, leader europeo nella gestione di residenze per la terza e quarta età, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell'Alimentazione e Nutrizione dell'Università degli Studi di Milano. Condotto all'RSA Saccardo di Milano da maggio 2015 a gennaio 2016 su 35 pazienti affetti da Alzheimer, 20 dei quali inseriti nel gruppo di controllo, il progetto ha coinvolto in prevalenza pazienti donne (55%).

Gli ingredienti del menù anti-Alzheimer
Ai pazienti è stata somministrata una dieta sullo stampo di quella mediterranea con lo scopo di migliorare l'apporto di vitamine e minerali, acidi grassi insaturi e polifenoli, riducendo l'assunzione di grassi saturi di origine animale, zuccheri semplici e sale. Via libera, quindi, a prodotti integrali, legumi (fagioli, ceci, fave, lenticchie), frutta e verdura, carne bianca, uova, con una significativa riduzione del consumo di zuccheri semplici e sale. Semaforo verde per pesce azzurro (sgombro, salmone, sarde, alici, aringa), ma anche per frutta secca e semi, frutti rossi, legumi, privilegiando nella dieta l'assunzione di prodotti a base di soia, da preferire ai latticini.

"Questo progetto pilota sembra evidenziare che l'insorgenza della demenza è più elevata nelle persone che consumano diete ricche di colesterolo e di carne, di grassi saturi e calorie totali, tutti fattori che giocano un ruolo importante nella formazione delle placche di beta-amiloide e nel danno ossidativo ai neuroni", ha spiegato Aladar Bruno Ianes, Direttore Sanitario di Korian Italia. "La dieta simbolo ed auspicio di buona salute e modello di sana alimentazione, è, invece, collegata ad un più lento declino cognitivo e ad una riduzione del rischio di demenza, compresa la malattia di Alzheimer e favorisce il corretto apporto di macronutrienti - carboidrati, grassi, proteine - e di micronutrienti quali potassio, sodio, zinco, acido folico, calcio, selenio, vitamina C, D, E".

In calo colesterolo LDL, trigliceridi, zinco e rame
I 20 pazienti sottoposti al regime alimentare controllato hanno registrato significativi miglioramenti nei livelli di vitamina B12 e di omocisteina nell'organismo. In particolare, i soggetti monitorati hanno registrato un aumento del selenio, in grado di interagire nei meccanismi di protezione cellulare dai radicali liberi e nel rafforzamento delle difese immunitarie. Ma non solo: fra i benefici della dieta anche la crescita della vitamina D, un miglioramento del quadro lipidico con la riduzione dei livelli di colesterolo totali e dei trigliceridi ed una diminuzione di zinco e rame, le cui alterazioni nel metabolismo sono associate ad un aumento dello stress ossidativo.

A tavola una coreografia curata in ogni dettaglio
Sottofondo musicale, tempi rilassati e coinvolgimento del paziente nella preparazione dei cibi, serviti una portata per volta e di preferenza a pezzettini: la regia e l'allestimento di ogni pasto sono stati espressamente pensati per renderlo un momento piacevole. Ma i momenti alimentari devono essere soprattutto funzionali a riattivare le funzioni cognitive dei pazienti e a risvegliarne la memoria affettiva del cibo.

Qualche esempio?
Per non compromettere la sicurezza dell'ospite sono stati scelti bicchieri di plastica; tovaglie e tovaglioli, in tinta unita di colore giallo, sono stati utilizzati in contrasto con i piatti azzurri per aiutare i pazienti a distinguere il cibo contenuto nel piatto. Le posate in acciaio sono state preferite per la loro maggior robustezza e sicurezza d'uso per i pazienti. Infine, il menù ha privilegiato pietanze "finger food" per consentire ai pazienti di alimentarsi in modo autonomo, scegliendo ad ogni pasto cosa mangiare.
Data di pubblicazione: