
Alcuni azionisti di Monsanto hanno giudicato l'offerta di Bayer non adeguata al valore dei titoli quotati in Borsa; altri hanno notato che l'acquisizione di Syngenta AG da parte della China National Chemical Corp a febbraio condusse a un maggiore premio per gli azionisti.
La mossa di Monsanto era comunque ampiamente attesa; Bayer ha risposto accogliendo positivamente la volontà di mantenere la porta aperta e si è detta in grado di sostenere ogni potenziale ostacolo di natura finanziaria o regolatoria da parte delle autorità antitrust.
Certo è che, secondo molti, entrambe le compagnie avrebbero bisogno di fondersi, ora che la Cina si è imposta come primo attore mondiale nel settore dell'agribusiness.
A tal proposito, FreshPlaza ha raccolto il parere di Alessandro Silvestrelli, Managing Director di Rijk Zwaan Italia, il quale ha ricordato come gli anni '80 e '90 videro già i primi processi di aggregazione nel comparto sementiero: "Un fenomeno che sembrava essersi quietato per diverso tempo e che ora ha invece ripreso vigore e accelerazione".
Secondo Silvestrelli: "Le grosse fusioni e acquisizioni, se possono comportare dei vantaggi, portano al contempo anche problemi di riassetti e riorganizzazioni. Oggi Bayer ha già una propria divisione sementiera (Nunhems), per esempio, e andrebbe valutato cosa eventualmente dismettere a seguito di una fusione con Monsanto".
Che le due compagnie possano trovarsi d'altro canto nella situazione di essere "costrette" a una fusione discende proprio dallo scompiglio negli assetti mondiali determinato dalla pesante discesa in campo della Cina, fino a ieri assente dallo scenario dell'agribusiness.
"Una fusione Bayer-Monsanto - osserva Silvestrelli - offrirebbe alla prima la possibilità di crescere in Asia, USA e Africa; mentre la seconda riuscirebbe in parte a ripulire la propria immagine, compromessa, a torto o a ragione, dalle note polemiche contro gli OGM, il glifosato e simili. Inoltre, oggi la possibilità di offrire ai mercati un pacchetto completo, dalle sementi ai prodotti chimici per l'industria agricola, è un aspetto molto importante. Da un punto di vista dimensionale, inoltre, Bayer-Monsanto tornerebbe in cima alla classifica".
E il terremoto in corso tra i colossi del settore potrebbe non essere finito qui: "Si tratterà di vedere, per esempio, come agirà la compagnia BASF per non essere tagliata fuori dai giochi", conclude Silvestrelli.