Aglione: l'aglio a prova di bacio riscoperto da due moder farmer
Di grandezza superiore alla media, negli ultimi quarant'anni l'aglione è praticamente sparito dalle tavole dei toscani (e da quelle degli italiani non ne parliamo neanche). Oggi, stando a Slow Food, sono meno di 10 i produttori che possiedono coltivazioni di Aglione della Chiana.
Tutto ciò accadeva prima che la strana coppia composta da Alessandro Guagni, ingegnere di stanza a Roma, e Lorenzo Bianchi, avvocato marchigiano, invertisse la tendenza coltivando non solo il sogno da modern farmer, da agricoltori contemporanei, ma anche l'aglione perduto. Il coraggio paga: oggi i due imprenditori che hanno fatto rifiorire un prodotto trascurato dalla grande distribuzione, possono raccontare la loro attività nientemeno che al britannico The Guardian.
II due imprenditori raccontano: "Il sapore dell'aglione, con il suo bulbo dai 300 agli 800 grammi, era molto buono e delicato; così abbiamo pensato alla possibilità di reintrodurlo nel mercato. All'inizio non è stato facile trovare i semi. La coltivazione sembrava effettivamente estinta. Battere la strada dei micro-produttori locali si è rivelata la scelta vincente". Rintracciati i semi dell'aglione, Guagni e Bianchi hanno iniziato a coltivarli in un terreno di proprietà nelle Marche.
L'attenzione, la passione e l'esperienza degli amici hanno fatto il resto. Al momento, su dodici ettari di terreno, Guagni e Bianchi coltivano qualcosa come 12.000 piantine.