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Prezzi al consumo a marzo 2016: +0,2% su base mensile, -0,2% su base annua

Secondo gli ultimi dati Istat, nel mese di marzo 2016 l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è aumentato dello 0,2% su base mensile e ha registrato una diminuzione su base annua dello 0,2% (era -0,3% a febbraio). Si conferma la stima preliminare.



I prezzi degli alimentari (incluse le bevande alcoliche) sono diminuiti dello 0,1% su base mensile e hanno registrato una flessione su base annua stabile e pari allo 0,3%. La dinamica dei prezzi dei beni alimentari è da imputare soprattutto all'andamento dei prezzi dei prodotti non lavorati: questi - influenzati in parte da fattori stagionali - sono diminuiti dello 0,3% in termini congiunturali mentre hanno registrato una lieve attenuazione della flessione tendenziale (-1,1%, da -1,2% del mese precedente).

Il ribasso su base mensile dei prezzi degli alimentari non lavorati è principalmente dovuto alla diminuzione dei prezzi dei vegetali freschi (-2,8%), che hanno registrato un'attenuazione della flessione tendenziale (-10,6%, da -10,9% di febbraio). Per contro, nello stesso comparto, si rileva un aumento congiunturale dei prezzi della frutta fresca (+0,5%, +1,5% su base annua).

L'inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,4% (era -0,6% a febbraio).

Il calo del carrello della spesa preoccupa e molto il settore agroalimentare. "I dati Istat infatti - dichiara in una nota il presidente nazionale della Confeuro, Rocco Tiso - certificano le tante difficoltà degli operatori agricoli in relazione al continuo diminuire della loro capacità di reddito. Questi numeri scavano un ulteriore solco tra le grandi imprese della distribuzione e della commercializzazione e le piccole e medie aziende produttrici, di fatto la spina dorsale della produzione agricola nazionale".

"La situazione - conclude Tiso - diviene ogni giorno più grave e richiede interventi mirati e decisi. L'immobilismo che ha caratterizzato l'agire dei diversi esecutivi di questi anni non può più protrarsi; ed è per questo che il governo deve intervenire per non condannare al patibolo il settore agroalimentare italiano che, lo ricordiamo, non può vivere delle sole lobby tanto care al governo, ma ha bisogno di chi dedica la propria vita ai campi e alla buona alimentazione dei cittadini".
Data di pubblicazione: