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"Andrea Grassi (Apofruit): "Esiste un futuro in frutticoltura. Il caso della pera rossa Falstaff"

Il mondo della pericoltura, in Italia, è da sempre connotato da una certa staticità, ma le idee e i percorsi di crescita e rinnovamento non mancano. Tanto più oggi, in cui i fenomeni aggregativi tra imprese del settore (vedasi i casi di Opera e di Origine Group) fanno ben sperare in un generale rilancio della pericoltura. In questo quadro, gioca un ruolo fondamentale l'innovazione.

E' già da una decina di anni osservazione, e da circa sei anni si è cominciato a piantarne i primi frutteti, la pera Falstaff, frutto di una specifica azione di miglioramento genetico condotta a Forlì dal CREA-FRF per ottenere una varietà con frutti di colore rosso. Questa cultivar è stata affidata con licenza temporanea alle OP associate a New Plant (società che si occupa di innovazione varietale nel settore ortofrutticolo), tra le quali figura Apofruit.

FreshPlaza ha intervistato a tal proposito il Direttore Tecnico di Apofruit Italia, Andrea Grassi (in foto qui sotto) il quale, proprio nella giornata di ieri 22 marzo 2016 ha avuto occasione di presentare ai soci produttori della cooperativa una relazione dal titolo: "Innovazione in frutticoltura, pera Falstaff, prime esperienze di coltivazione e commercializzazione".



Grassi testimonia la buona adattabilità della pera rossa agli areali tipici della pericoltura emiliano-romagnola, tra Ferrara, Bologna, Modena e Ravenna: "La pezzatura dei frutti è grossa e la colorazione interessa sempre almeno il 60-70% della superficie. Nel corso degli anni di sperimentazione e nei primi anni di coltivazione, il gruppo tecnico di New Plant ha messo a punto le tecniche agronomiche più idonee a questa pianta, che non va gestita - nonostante la somiglianza morfologica dei frutti - come l'albero di Abate Fetel. Ha bisogno di portinnesti specifici per i singoli areali e di una conduzione idonea a massimizzare il risultato produttivo e qualitativo della varietà. Il periodo di raccolta è analogo a quello della Abate, a partire dalla prima decade di settembre".



Una pera di grande appetibilità
I tratti salienti che connotano Falstaff come un frutto promettente, vengono evidenziati da Grassi, il quale ne sottolinea l'aspetto gustativo: "Ci ha particolarmente colpito la bontà di questa pera: dolce, aromatica, profumata, e di elevato gradimento in tutti i panel test fin qui condotti".

Inoltre, Falstaff risulta più "semplice" da mangiare rispetto a qualsiasi altra varietà tradizionale di pera: "Può essere difficile, infatti, per il consumatore odierno, comprendere quale sia il momento più indicato per assaporare una pera. Le varietà tradizionali, di norma, risultano quantomeno legnose se non si gustano mature. Falstaff, in ciò, è diversa, mantenendo inalterata la sua dolcezza e gradevolezza gustativa anche nello stadio in cui è ancora croccante. Un aspetto che la rende idonea al consumo anche da parte di un pubblico più giovane".

Un altro tratto interessante è quello della buona conservabilità: in frigoconservazione, la pera rossa mantiene inalterate le sue proprietà qualitative per diversi mesi, consentendo una buona finestra temporale di commercializzazione. Buona anche la shelf-life, ossia la durata del frutto dopo l'acquisto.

Primi volumi commerciali nel 2016
Complessivamente, le imprese aderenti a New Plant hanno messo a dimora circa un centinaio di ettari di Falstaff, di cui 15 da parte di Apofruit. Si tratta di tutti impianti giovani (max quarta-quinta foglia); i primi volumi commerciali, attesi per la campagna autunnale 2016, saranno dunque limitati, ma serviranno comunque a effettuare prove di vendita presso i mercati all'ingrosso.




"Quantitativi più interessanti ne avremo dal 2018 in poi - spiega Grassi - Il nostro obiettivo, come cooperativa, è di arrivare nell'arco di 4-5 anni a un centinaio di ettari presso i nostri soci. In linea di massima, ci stiamo muovendo un po' lentamente, ma ciò è dovuto a diversi fattori. Oggi, vista anche l'evoluzione del contesto italiano della pericoltura e una campagna commerciale discreta, direi che le premesse per un recupero del tempo perduto ci siano tutte. Del resto, non esistono altre strade. Si deve investire e rinnovarsi. Noi diciamo ai nostri soci che esiste un futuro, magari non semplice, ma nel quale coloro che avranno la voglia di mettersi in gioco e di ragionare nel medio-lungo termine invece che sull'oggi, riusciranno a mantenere la sostenibilità economica delle loro imprese".