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"Dori', il kiwi giallo made in Italy protetto da club varietale: "come lui nessuno mai"

"Questa è la novità sulla quale abbiamo puntato molte delle nostre carte", spiega Giampaolo Dal Pane, titolare della Summerfruit. Lo scorso 3 marzo 2016 era a Sommacampagna, nel veronese (cfr. FreshPlaza del 04/03/2016), per presentare ai produttori di kiwi del Veneto Dorì, alias AC 1536, la varietà di kiwi a polpa gialla sviluppata dalle Università di Bologna e Udine.

I primi impianti di Dorì sono stati innestati nel 2013 e nel 2014 e, ad oggi, in Italia sono 35 gli ettari piantati con la varietà, ma le prospettive prevedono di raggiungere e superare gli 80 ettari da qui a giugno. All'estero, invece, all'interno del Consorzio Dorì Europe, le previsioni sono di piantare in Francia 100 ettari nei prossimi due anni, mentre in Spagna quest'anno sono stati messi a dimora 5 ettari sperimentali e, a fine anno, si aggiungeranno altri 30/35 ettari.


Giampaolo Dal Pane, titolare della Summerfruit, durante l'intervento a Sommacampagna (VR).

L'esperienza di Dorì non è la prima di Dal Pane in fatto di kiwi giallo; in apertura dell'appuntamento di giovedì ha ricordato infatti che "è un progetto che avevamo in mente da tempo, prima con un'altra varietà"; varietà che però non aveva dato i risultati sperati, soprattutto in fatto di qualità. Poi è arrivata Dorì, al 100% italiana. "Di kiwi giallo come questo non ne esistono", chiosa il titolare della Summerfruit.

Scopriamo un po' più da vicino questa varietà. Si tratta di un kiwi precoce: "Il suo bello – riprende Dal Pane – è che potremmo permetterci di raccogliere tutto in un mese, a differenza di Hayward. Quest'anno abbiamo fatto anche una raccolta a metà ottobre e abbiamo ancora i frutti incella frigo". La pianta "ha prodotto finora quasi tutti fiori singoli, chiedendo così davvero poche ore di diradamento, meno di 70 per ettaro, a differenza di altre varietà di kiwi giallo che ne richiedono anche 700 per ettaro. Ma la nostra conoscenza su questa varietà è ancora limitata"; infatti la si sta studiando da appena cinque anni in un campo sperimentale e da tre anni in un impianto commerciale.


Il kiwi a polpa gialla Dorì.

In termini di frutti, Dorì produce kiwi di circa 100 grammi l'uno, con sostanza secca nell'ordine del 18%. "Un problema che non abbiamo è la produttività", dice Dal Pane, che spiega come nel loro impianto da Cisterna di Latina (LT) siano arrivati a una produzione di 47/48 tonnellate per ettaro, "ma consigliamo di non superate le 40 ton/ha, per non perdere in qualità".

Allo stesso modo, sembrano buone le performance dal punto di vista della conservabilità e della resistenza alla spaccature. "I dubbi più grandi delle aziende commerciali – continua il titolare della Summerfruit – prima di lavorare con noi erano incentrati proprio sulla conservabilità. A Latina, con piante sotto stress, abbiamo portato i frutti a Berlino (a Fruit Logistica, ai primi di febbraio, ndr) in perfette condizioni. Nei kiwi gialli c'è spesso un problema di crollo della durezza durante al conservazione; ma con Dorì questo processo è molto lento". Inoltre "non spacca, perché la resistenza alla spaccatura è una caratteristica genetica che ha ereditato da Hayward (da cui Dorì discende, ndr)".


Il pubblico all'appuntamento di presentazione di Dorì.

Tuttavia, così come da Hayward ha ereditato la resistenza alla spaccatura, altrettanto ha ereditato una delle sue maggiori debolezze: la suscettibilità al batterio Psa. "Le varietà maschili – riprende Dal Pane – ci hanno dato grossi problemi di batteriosi, sicché abbiamo fatto una scelta radicale: realizzare impianti senza maschi. Normalmente, in un impianto di kiwi, c'è il 15% di maschi per l'impollinazione, ma realizzando un impianto a parte (e al sicuro, ndr) di soli maschi si può ottenere il polline necessario utilizzando una superficie dell'8/10%". Secondo lo schema, dall'impianto separato si ottiene il polline che poi viene sparso nell'impianto commerciale a secco o in acqua per l'impollinazione.

Caratteristiche agronomiche a parte, Dorì – è stato spiegato a Sommacampagna – eccelle anche per altre due caratteristiche. La prima è organolettica: "E' un kiwi giallo con un grado d'acidità che i gialli non hanno e, senza acidità, non si sfonda in Europa". La seconda è invece visiva e sta tutta appunto nel colore della polpa. Spiega Dal Pane che "secondo la scala colorimetrica Minolta, Dorì si attesta a 99, quando i neozelandesi hanno fissato a 104 il limite minimo per la commercializzazione del kiwi giallo (più basso è il numero e più è intenso il colore, ndr). Ha colore in abbondanza e, a Berlino, durante Fruit Logistica, chi arrivava per parlare di kiwi giallo la prima cosa che guardava era l'intensità del colore. Inoltre Dorì colora presto, già da settembre; a Cadriano (nell'impianto sperimentale dell'Università di Bologna, ndr) anche a fine agosto". Solitamente, le varietà di kiwi giallo colorano progressivamente nel tempo.


Frutti di Dorì.

Ma la cultivar è solo il 50% dell'iniziativa commerciale presentata da Dal Pane ai kiwicoltori veneti. Il restante 50% è una gestione della varietà in forma di club, attraverso il Consorzio Dorì Europe, fondato da Summerfruit, Kiwi Uno, OP Granfrutta Zani e F.lli Clementi (questi ultimi 3 nel ruolo di marketer). "Stiamo cercando di mettere insieme tutto il kiwi Dorì d'Europa, per un motivo: difendere il prezzo e quelli che ci stanno dentro (i produttori, ndr)" controllando produzione e commercializzazione, commenta Dal Pane.

"Si è creato – continua – un mercato per il kiwi giallo: il prodotto è mancato (riferendosi qui alla produzione neozelandese di Hort16A, falcidiata da Psa e ora in corso di sostituzione con la varietà G3, ndr) ed è aumentata la quantità di kiwi verde, con grossi problemi di calibro; questo non ha fatto altro che aumentare l'interesse verso il giallo. Quello che è stato venduto quest'anno è stato venduto bene: siamo a poco più di 2 euro al chilo, e la differenza con il verde è eclatante".


Prime casse di Dorì, pronto per la commercializzazione.

Ma l'opzione club per Dorì nasce anche da un'analisi non solo italiana su quello che è il mercato della domanda e dell'offerta. "Purtroppo o per fortuna – spiega il titolare della Summerfruit – (quella del club) è una strada obbligata: chi ha una varietà buona, intende proteggerla. I clienti sono in tutta Europa una decina, ma solo in Italia ci sono circa 2mila produttori di kiwi. Il motivo del Consorzio è pertanto di creare qualcosa di strutturato in Europa, con un prodotto di qualità superiore".


Gualtiero Rivoira, della Rivoira-Kiwi Uno, all'appuntamento veneto dedicato a Dorì.

Sulla stessa linea Gualtiero Rivoira, titolare della Kiwi Uno. Insieme a F.lli Clementi, OP Granfrutta Zani e Summerfruit, la sua azienda ha contribuito alla fondazione del Consorzio Dorì Europe, e spiega così la necessità di un'organizzazione che controlli produzione e commercializzazione: "E' chiaro in questi anni che, se il prodotto non è club, il risultato è quello che è. Quest'anno stiamo pagando l'aver piantato molto Hayward. Oggi l'unico modo (per controllare la commercializzazione) è controllare il prodotto".