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Made in Italy a rischio

Secondo la UE, la varieta' di pomodoro San Marzano non sarebbe appannaggio dei produttori italiani

Rispondendo a una interrogazione dell'europarlamentare Mara Bizzotto in merito alla produzione e messa in commercio di pomodori coltivati e prodotti in Belgio, venduti poi sotto la denominazione "San Marzano", il commissario all'agricoltura Phil Hogan ha risposto che "la varietà di pomodoro San Marzano può essere coltivata al di fuori dell'area geografica delimitata (ossia quella della DOP italiana Pomodoro San Marzano dell'Agro Sarnese-Nocerino) e non è appannaggio dei produttori italiani. Sulla base delle informazioni a sua disposizione, la Commissione europea non può constatare se le etichette di pomodori prodotti fuori dall'Italia, commercializzati in Belgio ed etichettati San Marzano, costituiscano una evocazione irregolare della denominazione Dop italiana oppure un utilizzo lecito del nome della varietà. Appartiene essenzialmente alle autorità competenti degli Stati membri, far rilevare eventuali irregolarità al momento dei controlli effettuati".

In pratica, la Commissione europea fa un distinguo tra la varietà di pomodoro e la sua origine geografica, specificando che non è in grado di decidere se un'etichetta recante la denominazione "San Marzano" costituisca, per questo solo elemento, una violazione della Dop.

La denominazione d'origine protetta (DOP) "Pomodoro San Marzano dell'agro sarnese-nocerino," senza altra qualificazione, è riservata al pomodoro pelato ottenuto da piante dell'ecotipo San Marzano. Il Pomodoro di San Marzano rientra tra gli alimenti di origine protetta, riconosciuti e tutelati dal 1996 dall'Unione Europea. Secondo la UE, infatti, i prodotti Dop devono essere "tutelati da imitazioni, usurpazioni, evocazioni e tutte le altre pratiche che possono indurre in errore il consumatore rispetto al vero prodotto d'origine".

Il regolamento n. 2081/92, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli e alimentari, prevede infatti apposite sanzioni amministrative per tutti coloro che utilizzano impropriamente segni distintivi di un prodotto nella presentazione e nella commercializzazione.

Secondo Paolo De Castro, europarlamentare della Commissione Agricoltura, la posizione assunta dalla Commissione "preoccupa profondamente, perché conferma una linea di indirizzo che rimette in discussione gli schemi vigenti di tutela delle nostre produzioni di qualità, schemi che, come nel caso dei vini identitari, hanno dimostrato di funzionare con piena efficacia e per questo vanno mantenuti e difesi. La risposta della Commissione è un segnale grave, che accresce la nostra preoccupazione. E' evidente che ci troviamo davanti a un'evocazione della Dop "Pomodoro San Marzano dell'Agro Sarnese-Nocerino". E, per questa ragione, già lo scorso 2 settembre avevo presentato un'interrogazione al commissario Hogan, il quale ci aveva garantito adeguati e ulteriori approfondimenti".

La senatrice italiana Angelica Saggese ha aggiunto: "Le dichiarazioni del commissario UE sul pomodoro San Marzano sono gravissime. Affermare che l'Italia non ha prerogative sulla produzione di quel tipo di pomodoro colpisce fortemente il Made in Italy. L'Europa smentisce un marchio legato al nostro territorio, in particolare la Campania, che ha fatto del San Marzano un punto di forza. Un pomodoro prodotto in Belgio non potrà mai avere le stesse caratteristiche di uno prodotto nel sud dell'Italia e per questo è impensabile che venga chiamato San Marzano. Mi auguro che l'Assemblea possa al più presto porre rimedio a una scelta incomprensibile che lede le nostre produzioni, il nostro Made in Italy, la nostra storia".

Alfonso Di Massa
, Presidente della Fedagri Confcooperative Campania ha dichiarato: "Siamo sconcertati. Di questo passo si rischia di compromettere uno dei prodotti base della tradizione agroalimentare campana, senza alcun rispetto per i produttori e per i consumatori. Siamo di fronte a una strumentazione pura, a una liberalizzazione selvaggia che non fa bene a nessuno. La Regione Campania, in collaborazione con il Ministero per le Politiche agricole, intervenga per tutelare il pomodoro, il nostro oro rosso".

Fa eco a Di Massa, Tommaso Romano, Presidente del Consorzio di Tutela Pomodoro S. Marzano dell'Agro Sarnese Nocerino Dop e Consigliere della Fedagri Confcooperative Campania: "Si tratta di una dichiarazione molto grave. Come Consorzio avevamo già, nel mese di dicembre 2015, presentato denuncia al Ministero, segnalando la distribuzione in Belgio di prodotti etichettati San Marzano, dicitura evocativa della denominazione protetta dalla legislazione comunitaria. L'interrogazione è stata l'effetto della nostra presa di posizione e le parole di Hogan adombrano il lavoro, la storia, il folklore di un'intera area geografica e arrecano gravi danni alla dieta mediterranea, riconosciuta dall'Unesco".

Secondo alcune teorie, il primo seme di pomodoro San Marzano arrivò in Campania nel 1770, come dono del viceré del Perù al re di Napoli. Fu piantato nell'area corrispondente all'attuale comune di San Marzano sul Sarno, dove attecchì bene grazie alla fertilità del suolo vulcanico. Negli Stati Uniti d'America, il San Marzano è considerato la base genetica per un altro tipo di coltura, il pomodoro varietà Roma. Il processo di trasformazione industriale del pomodoro San Marzano ha una lunga storia e cominciò intorno al 1926.

Quello della tutela del San Marzano è un tema sensibile da tempo: vittima dell'Italian sounding, viene prodotto anche in California e venduto negli Stati Uniti come made in Italy.