Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

La biologia sintetica potrebbe risolvere il problema dell’estinzione delle banane?

In un prossimo futuro potrebbe essere difficile trovare ancora banane nel reparto ortofrutta del supermercato, poiché esse, come sostengono alcuni ricercatori olandesi, rischiano di estinguersi nel giro di pochi anni; ciò potrebbe aprire le porte alla biologia sintetica, in grado di proporre una nuova banana creata in laboratorio per sostituire la banana gialla Cavendish che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare.

Questa nuova banana biotech sarà simile a quella originale: avrà lo stesso sapore e quasi lo stesso DNA – l'unica differenza è che sarà un frutto creato in laboratorio da un team di tecnologi. Questa banana verrebbe creata con materiale genetico progettato o modificato per comportarsi diversamente da come fa adesso.

Ma perché mai qualcuno dovrebbe voler creare una banana geneticamente modificata?

La risposta è nei risultati della ricerca pubblicata dall'Università di Wageningen (Paesi Bassi) la quale sostiene che l'aggressiva patologia fungina nota come Malattia di Panama potrebbe spazzare via la banana di varietà Cavendish, quella più popolare al mondo, nel giro di pochi anni.

Non sarebbe del resto la prima volta che la Malattia di Panama colpisce le banane: nel 1960 aveva già portato all'estinzione un altro tipo di banana, la Gros Michel, perciò sostituita dalla più resistente Cavendish. Ciò che preoccupa è che un nuovo ceppo della stessa fitopatia è ora apparso, a causa del quale le stesse banane Cavendish soccombono; inoltre, il nuovo ceppo, noto come TR4-razza tropicale 4, sembra essere resistente ai fungicidi attualmente utilizzati. Pertanto, se si pensa che la Cavendish rappresenta il 99% di tutte le banane nel mondo, questo nuovo ceppo rappresenta un grave problema.



In questo momento, il fungo si trova principalmente in Asia (e anche in alcune zone di Africa, Medio Oriente e Australia), ma quando arriverà anche in America Latina, dove si coltiva l'80% di tutte le banane Cavendish, allora sarà una catastrofe.

Se le banane sintetiche sono in grado di resistere al nuovo fungo, potrebbero rappresentare una soluzione fino a quando non verranno introdotte sui mercati nuove, valide e resistenti cultivar di banane.

Ma come potrebbe la biologia sintetica venire in soccorso al rischio di estinzione della Cavendish?

Il DNA della banana Cavendish potrebbe essere geneticamente costruito per resistere al ceppo TR4 della Malattia di Panama che i ricercatori olandesi hanno individuato come la causa della potenziale estinzione del frutto. Il fungo attacca la pianta distruggendone il sistema di trasporto della linfa e facendola dunque rapidamente avvizzire fino alla morte.

Con la biologia sintetica, il DNA della banana verrebbe rivoluzionato in modo tale da includere la codifica di un meccanismo in grado di reidratare la pianta in caso di contatto con il fungo oppure un meccanismo per resistere al fungo stesso.

Naturalmente, l'idea di una banana di sintesi è solo una congettura; non vi è nemmeno alcuna banana OGM attualmente disponibile sul mercato.

Eppure, il numero di cibi geneticamente modificati è in aumento: dalla carne prodotta in laboratorio alle uova vegetali. Grazie a tecniche di modificazione genetica come la CRISPR, oggi è possibile creare mele che non imbruniscono subito dopo il taglio.

Di recente, l'agenzia americana che si occupa di regolamentare i prodotti alimentari e farmaceutici (FDA) ha approvato la creazione di una specie di salmone geneticamente modificato che cresce più in fretta: è il primo cibo OGM a essere commercializzato per uso umano negli Stati Uniti.

Pertanto, il vero problema che dovranno affrontare i biotecnologi nel caso dovessero creare un nuovo tipo di banana è che dovranno riuscire a superare la diffidenza che già ora il pubblico ha nei confronti dei prodotti OGM transgenici (ai quali viene inserito un pezzo di DNA proveniente da un'altra specie; non creato dal nulla, come sarebbe nel caso della banana sintetica).

Tuttavia, esistono attualmente nuove opzioni, maggiormente dall'opinione pubblica, proposte dalle grandi aziende Monsanto, Syngenta e DSM che si basano sull'utilizzo di soluzioni contenenti particolari batteri da applicare alle colture come mezzi di difesa contro le malattie. In questo scenario, un fungicida modificato geneticamente, ricavato dai batteri, sarebbe applicato alle banane sudamericane e la cosa le renderebbe immuni alla Malattia di Panama; in questo modo i biologi sintetici avrebbero un ruolo, ma solamente indiretto.

Sulla base di quanto detto, dobbiamo dunque riconoscere che grazie alla biologia sintetica stanno avvenendo scoperte davvero innovative nel settore agroalimentare: si sta iniziando a concepire il cibo come un prodotto tecnologico, che viene creato secondo bisogni specifici, utilizzando una serie di strumenti come batteri e lieviti o tecniche di modificazione genetica come la CRISPR (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats).

Queste scoperte stanno limando sempre più il confine fra piante, animali e microrganismi, e potenzialmente provocheranno discussioni etiche molto impegnative sulla concezione e la produzione del cibo.

La scomparsa delle banane, se davvero ci sarà, potrebbe dare una spinta allo sviluppo di tecniche di biologia sintetica che per ora sono solo all'esordio.