La situazione sul mercato delle banane: intervista a Luca Battaglio
Il volume delle banane importate in Italia è di circa 35 milioni di cartoni, pari a circa 680mila tonnellate, di cui l'8% è gestito dal Gruppo Battaglio. Le banane (varietà Cavendish) del Gruppo provengono da Ecuador, Costarica, Colombia e Repubblica Dominicana; da quest'ultima si importano banane biologiche e a marchio Fairtrade. Il transit time varia da 2 a 4 settimane a seconda che le spedizioni arrivino dal Costarica o dall'Ecuador, rispettivamente.
L'azienda dispone di due magazzini, uno a Torino e uno a Roma; le banane scaricate presso i porti di Savona e Genova vengono trasferite al magazzino di Torino, mentre quelle che sbarcano presso il porto di Civitavecchia vengono trasferite al magazzino di Roma. Le banane vengono vendute in Italia con il marchio Battaglio, che rappresenta la linea Premium, e il marchio Alba, quest'ultimo è il marchio nato quest'anno per una linea di prezzo più competitivo. La Battaglio non lavora con altri brand di multinazionali.
"Le banane vengono vendute tutte mature, non facciamo trading di banane verdi – continua Luca - abbiamo celle di maturazione presso i nostri magazzini di Torino e Roma, in cui vengono conservate e maturate a seconda delle richieste del cliente".
"Quest'anno abbiamo importato circa 55mila tonnellate di banane, un po' meno di 3 milioni di cartoni (19 kg/cartone). Abbiamo venduto banane anche in Argentina, in collaborazione con la Cosur S.A. che è un'azienda del Gruppo. In Argentina sono state vendute circa 3mila tonnellate di banane e prevediamo di raddoppiare i quantitativi di vendita nel 2016, mentre per quanto riguarda l'Italia pensiamo di rimanere stabili poiché il mercato è abbastanza confuso".
Luca Battaglio (a destra), insieme ad Augusto Rita, Presidente della Cosur, azienda argentina del Gruppo Battaglio.
Secondo Luca Battaglio, il 2015 è stato un anno caratterizzato da un grosso problema legato alla svalutazione dell'Euro sul Dollaro, il che ha fatto aumentare i costi." Tale situazione è risultata più sostenibile durante il primo semestre 2015, grazie a un'offerta che è stata bilanciata rispetto alla domanda; pertanto il mercato ha potuto assorbire i costi. Nel secondo semestre, invece, per diverse ragioni si è perso il controllo e i prezzi sono stati costantemente bassi, rapportati a costi superiori".
"Siamo costretti a sperare - prosegue Battaglio - nelle avverse condizioni climatiche per disporre di un'offerta minore e quindi meglio proporzionata alla domanda, poiché gestire l'importazione e l'esportazione in modo prudente e intelligente è molto difficile. Purtroppo durante l'anno ci sono picchi di produzione, per cui le banane sono immesse sul mercato a prezzi troppo bassi senza alcuna strategia, a discapito dell'intero sistema frutticolo".
"Quest'anno inoltre il mercato sta vivendo una situazione particolare, in cui le multinazionali si stanno riorganizzando in Europa e la non fusione Chiquita-Fyffes ha creato degli effetti collaterali. Io ero speranzoso in merito alla preannunciata, ma poi sfumata fusione, perché Fyffes ha una storia importante nella gestione della produzione e distribuzione di banane e frutta tropicale, mentre il gruppo brasiliano con cui alla fine è stato siglato l'accordo con Chiquita non ha questa esperienza, per cui speriamo che si mettano subito in condizioni tali da lavorare nel miglior modo e che riescano a capire come gestire il mercato. Inoltre, anche la Del Monte in Europa non ha trovato ancora un proprio equilibrio; tutto ciò complica il mercato e, si sa, poi si rischia che ci si ritrovi con... poche idee ma confuse!".
"Sicuramente - sottolinea Battaglio - stiamo andando verso una selezione naturale, dove di fatto gli operatori improvvisati avranno sempre meno spazio; ciò significa che le aziende inconsistenti faranno fatica a restare sul mercato, mentre quelle che potranno continueranno a investire, crescere e affermarsi. Purtroppo poi ci sono sempre dei fattori nuovi che complicano o rallentano questo processo: i trader, che si improvvisano, trasferiscono un po' di merce e poi si accorgono della complessità del sistema per cui spariscono lasciando non solo degli insoluti, ma soprattutto mettendo in crisi i piccoli produttori di banana. E' purtroppo ancora troppo facile fare del trading a basso investimento, ma in quanto tale non ha futuro; anzi, si ha un alto rischio di fare dei danni".
Luca Battaglio conclude con una notizia in anteprima: "Nell'ottica del nostro interesse per il mercato tradizionale e visto il nostro magazzino di Roma, prevediamo nel primo semestre 2016 di aprire uno stand all'interno del mercato di Roma (CAR)."
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