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Al primo Simposio internazionale per le regioni mediterranee

Sicilia: il pomodoro di domani si presenta a Vittoria

"Con questo evento abbiamo rivoluzionato il mondo della convegnistica e della formazione. Alzare l'asticella ha significato innanzitutto privilegiare i contenuti, rispetto ai costi inutili. Gadget e momenti conviviali in primis. E questo è solo l'inizio: con il PalAgrisicilia, infatti, intendiamo coinvolgere 12 mesi l'anno le aziende interessate a progredire dal punto di vista culturale e a investire in formazione e nuove conoscenze". Così Massimo Mirabella, direttore del mensile Agrisicilia, ha aperto ieri, 8 ottobre, i lavori del primo International Symposium on Tomato Genetics for Mediterranean Region in programma anche oggi a Vittoria, in provincia di Ragusa.



Il simposio ha messo a confronto i più importanti ricercatori, esperti e professionisti italiani e stranieri su temi della genetica, della difesa fitosanitaria, della tracciabilità del pomodoro e della sicurezza alimentare.



Rivoluzione rossa, il futuro del pomodoro
Nella sua relazione, Haim Rabinowitch della Hebrew University of Jerusalem ha illustrato il futuro per la sostenibilità del pomodoro, le possibilità di incrementare lo sviluppo della pianta e la qualità del frutto, l'automazione e così di seguito. Ricerca scientifica, migliore qualità, rese superiori e a costi minori, diversificazione e resistenza genetica alle malattie: sono queste le chiavi del successo per il pomodoro di domani. Per questo, si prevede l'aumento delle coltivazioni in serra rispetto a quelle in pieno campo e l'aggregazione delle piccole aziende in associazioni più ampie, in grado di sostenere i costi della ricerca e dell'innovazione.

Da un'idea, all'innovazione

Eytan Kachel, sales manager della società Philoseed, specializzata nella produzione di sementi per pomodoro, è considerato il "padre del ciliegino". Nel suo intervento ha raccontato come è nato il prodotto che ha spopolato sui mercati italiani ed europei: dal confronto tra la ricerca varietale israeliana e le abitudini alimentari dei consumatori italiani (attenti al gusto, ai colori e alla bellezza esteriore del prodotto), nel 1988 è stata infatti selezionata "Naomi", la prima varietà a grappolo piccolo, la cui produzione è stata avviata proprio nel Sud-Est siciliano. Era nato il "pomodorino di Pachino".

Dopo aver ricordato la storia della propria azienda - 270 anni di vita, la più antica che si conosca nel settore della vendita di sementi - Philippe Verschave, manager della Vilmorin, ha presentato i prodotti di punta e gli ambiti sui quali i ricercatori si stanno misurando da alcuni anni. L'Italia, dove Vilmorin è presente da 28 anni, rappresenta il primo mercato dell'azienda per il pomodoro.


Da sinistra, Mirabella, Kachel, Rabinowitch, Verschave, Lapidot.

Andrea Restuccia della Med Hermes, società sementiera internazionale che ha la sua sede centrale a Ragusa, ha quindi presentato le attività del gruppo nel campo della ricerca indipendente, della produzione e commercializzazione di sementi da orto ibride professionali. L'azienda conta 41 varietà registrate in Europa, di cui 29 di pomodoro. Alcune di queste sono resistenti alle principali malattie virali veicolate da insetti, come il caso del Tylcv e della "mosca bianca" di cui si parlerà oggi. Restuccia ha presentato Tomato Cult, una piattaforma ispirata al mondo dei social network, attualmente dedicata al pomodoro e il cui obiettivo è mettere in comunicazione produttori e consumatori finali (cfr FreshPlaza del 11/04/2014).

Oggi i lavori continuano con una sessione dedicata al miglioramento varietale e all'esperienza del progetto Road to quality del Gruppo Orto wic di Assosementi. In programma anche le relazioni di Assunta Bertaccini della Alma Mater Università di Bologna, Antonia Carlucci dell'Università di Foggia, Walter Davino dell'Ateneo di Palermo, Francesco Giuffrida dell'Università di Catania e Luciano Trentini, vicepresidente di Areflh, l'Associazione delle regioni ortofrutticole europee.