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"Le previsioni dell'amministratore delegato IGD all'annuale conferenza "The Big Debate"

"Joanne Denney-Finch: "Ecco come cambiera' il settore alimentare del Regno Unito nei prossimi tre anni"

In occasione di "The Big Debate", l'annuale conferenza organizzata dall'agenzia di ricerca IGD, l'amministratore delegato Joanne Denney-Finch (foto a lato) ha delineato il futuro del settore alimentare inglese per i prossimi tre anni.

"E' necessario - ha puntualizzato subito Denney-Finch - approfondire le motivazioni che spingono i consumatori a cambiare le abitudini di acquisto. Attualmente tre quarti degli acquirenti risultano molto soddisfatti della loro esperienza complessiva e della qualità dei prodotti acquistati; al 57% piace fare la spesa, dato in aumento rispetto al 43% di sette anni fa; un terzo di chi compra pensa di avere più scelta rispetto allo scorso anno".

Secondo l'amministratore delegato IGD, qualsiasi tipo di società - con esperienza alle spalle o fondata da poco, grande o piccola che sia - ha la possibilità di crescere e posizionarsi meglio. Coloro che riusciranno a sfruttare il potere d'acquisto, ripristinare gli standard e ridefinire i concept mettendo l'acquirente al primo posto, diventeranno leader.

"Per il prossimo futuro, innanzitutto prevedo che a essere decisivo sarà il concetto di convenience. In un'era dove vige la spontaneità e si vive l'attimo, le aziende devono ripercorrere l'intera esperienza d'acquisto attraverso gli occhi dell'acquirente".

Una sfida ulteriore è data dal layout del punto vendita. "Per un acquirente su dieci è difficile trovare i prodotti desiderati e uno su cinque ha difficoltà a confrontare i prezzi. E questo avviene nel negozio preferito. Perciò, o si cambia o si rischia di perdere il cliente".

Da considerare, inoltre, che la grande spesa settimanale diventerà sempre più piccola. "Le persone hanno voglia di fare acquisti più spesso, sfruttando al meglio tempo e denaro. Una chiara sfida per i superstore: quattro acquirenti su dieci pensano infatti che questi negozi facciano perdere più tempo e circa la metà lamenta una spesa più cara di quanto previsto".

Parola d'ordine: fedeltà al punto vendita. Almeno per gli alimenti di base. "Solo il 10% degli acquirenti fa la spesa in un unico negozio o catena e il 22% risulta altamente promiscuo. Non esiste un'unica soluzione: si possono creare delle corsie giornaliere, sviluppare il click and collect, utilizzare la tecnologia per essere ricompensati con futuri acquisti ripetuti".

E lo shopping potenziato dalla tecnologia sarà un altro nodo importante, secondo Denney-Finch. "A otto acquirenti su dieci piace l'idea dell'uso di dispositivi all'avanguardia durante l'esperienza d'acquisto. Tuttavia, la priorità per le aziende è quella di utilizzarla per svilupparsi, ad esempio attraverso una maggiore personalizzazione. Prioritario per gli acquirenti è invece un modo migliore per confrontare i prezzi, trovare valore e gestire un budget definito. E' necessario quindi trovare un compromesso: più personalizzazione, ma solo quando si aggiunge valore reale per il consumatore".

Il concetto di alimentazione sana rappresenterà una criticità. "Nonostante gli sforzi di molte aziende alimentari, l'obesità nel Regno Unito è ancora in aumento. Tre quarti degli acquirenti credono che un regime alimentare sano sia una responsabilità personale, ma chiedono un maggiore aiuto. Soprattutto nel chiarire la confusione causata da messaggi contrastanti, provenienti da varie fonti. In futuro, probabilmente vedremo layout dei negozi, merchandising e pianificazione delle promozioni ripensati ad hoc per una sana alimentazione".

Elaborazione FreshPlaza su fonte igd.com