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Le chance della Gdo in quattro Paesi UE al Forum del Comitato Leonardo

L'export made in Italy fa leva sull'e-commerce

Si è tenuto ieri 23 luglio 2015 alla Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma, il XIV Forum annuale del Comitato Leonardo durante il quale sono stati presentati i risultati dell'indagine sulla Grande distribuzione organizzata e l'e-commerce in Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna, realizzata da KPMG Advisory in collaborazione con l'Ufficio Pianificazione strategica, studi e rete estera dell'Agenzia ICE.

La Gdo e l'e-commerce rappresentano una parte importante del mercato retail in questi quattro Paesi e offrono nuove sfide ma anche opportunità di espansione per gli imprenditori italiani che vogliono estendere il proprio export.

Oltre alla presidente del Comitato Leonardo, Luisa Todini (nella foto sotto), al Forum hanno preso parte il viceministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, il presidente dell'Agenzia ICE Riccardo Maria Monti, il presidente del Comitato tecnico per l'internazionalizzazione e gli investitori esteri di Confindustria, Licia Mattioli.



"L'export continua a rappresentare il volano della ripresa economica del Paese - ha detto Luisa Todini - e il made in Italy è sempre apprezzato grazie alla qualità, innovazione e unicità dei suoi prodotti. E' importante essere posizionati sui canali distributivi che contano. Il settore retail ha registrato significativi mutamenti in tutte le principali economie europee, polarizzandosi, soprattutto nei mercati evoluti, in un numero alquanto ristretto di grandi gruppi. L'e-commerce cresce a doppia cifra consentendo ai produttori di entrare in nuovi segmenti e di raggiungere direttamente i consumatori. Il canale delle vendite online è particolarmente strategico per le aziende italiane, fortemente limitate dalla mancanza nella Gdo di importanti operatori italiani con presenza all'estero".

"Negli ultimi anni – ha sottolineato Riccardo M. Monti - il settore della distribuzione al dettaglio ha registrato mutamenti in tutti i principali mercati, ridisegnando il contesto entro il quale i distributori si trovano a operare: sono cambiati i modelli di acquisto dei consumatori, con la crescente importanza del prezzo e delle opzioni di consegna e una graduale migrazione verso il canale online. In particolare – ha proseguito Monti - lo sviluppo dei canali digitali ha permesso ai produttori di entrare in nuovi mercati e segmenti e di raggiungere direttamente i consumatori, eliminando alcuni passaggi della catena del valore con maggiori margini".

"In un contesto in continua evoluzione è fondamentale guardare ai mercati con una prospettiva differente rispetto al passato e cogliere i segnali di cambiamento che sono dettati dallo sviluppo di nuove tecnologie – ha affermato Licia Mattioli - La distribuzione di oggi, sempre più orientata al consumatore 2.0, ha cambiato volto e il commercio elettronico assume maggiore rilevanza come canale di vendita, anche nei mercati internazionali. Paesi come Gran Bretagna, Germania e Francia hanno sviluppato fortemente l'e-commerce sapendo cogliere quella domanda rappresentata dai consumatori del futuro".

Secondo Mattioli, l'indagine svolta dal Comitato Leonardo fornisce spunti di riflessione interessanti per "cavalcare" il fenomeno distributivo nei quattro Paesi europei e promuovere il made in Italy, uno dei marchi più cliccati al mondo.

La ricerca ha evidenziato il fenomeno della concentrazione della Gdo in un numero ristretto di top player di natura internazionale sia per il settore "food" che per il "non food". Molti di questi gruppi sono fortemente internazionalizzati e operano anche in mercati terzi: riuscire a diventare fornitori per tali player offre ai produttori una maggiore visibilità e la possibilità di entrare anche in questi ulteriori mercati.

Lo studio ha poi sottolineato come, nei quattro mercati in esame, le vendite complessive nel segmento e-commerce abbiano raggiunto nel 2014 un valore di circa 156 miliardi di euro, pari ad oltre l'80% di tutto l'e-commerce europeo.

Nello stesso anno, la Gran Bretagna si posiziona al primo posto in Europa con 62 miliardi di euro di vendite retail online grazie all'elevata diffusione di internet e della banda larga mobile e all'efficienza del sistema logistico.

La Germania si colloca al secondo posto con circa 50 miliardi di euro investiti nel commercio elettronico, in particolare per l'acquisto di capi di abbigliamento, libri ed elettrodomestici per la casa. Il settore francese ha mostrato una crescita significativa delle vendite al dettaglio online con un fatturato pari a 36,4 miliardi di euro, rappresentando anche una leva importante per l'occupazione, mentre in Spagna l'e-commerce è stato uno dei pochi settori a sperimentare una crescita a doppia cifra negli ultimi anni. In particolare, nel mercato spagnolo il settore delle vendite al dettaglio online ha registrato un fatturato complessivo pari a 9,5 miliardi di euro nel 2014 e si prevede una crescita anche in futuro.
 

A livello societario, i principali operatori presentano strutture proprietarie di differente assetto.

Le opportunità per il made in Italy
Per quanto riguarda il comparto "food", le grandi catene di supermercati costituiscono il migliore veicolo distributivo anche se una delle principali criticità è rappresentata dalle abitudini dei singoli Paesi: in Spagna e in Francia, ad esempio, la domanda di prodotti alimentari e vini italiani è modesta, rispetto alle dimensioni dei mercati, mentre negli altri Paesi viene spesso privilegiato l'uso delle private label, con una forte perdita dell'identità di brand. Restano comunque interessanti le nicchie di mercato sensibili alla qualità del cibo e all'appeal del made in Italy, con ottime prospettive per gli esportatori di "specialità".

Nell'e-commerce le possibilità sono buone soprattutto per i prodotti brandizzati e di consolidata notorietà internazionale, mentre risultano penalizzati i prodotti freschi.


Lo sviluppo internazionale dei principali operatori sembra condizionato anche dal settore in cui operano.

Dallo studio presentato emerge poi che per i produttori italiani pronti ad affacciarsi in questi Paesi è importante investire sia sul servizio che sul marketing, con campagne di comunicazione, fiere ed eventi in loco.

Bisognerebbe anche intervenire sul posizionamento del brand, evidenziando fattori di distinzione e differenziazione dei prodotti, basati su qualità, capacità di innovazione e design. Soprattutto per la Gdo, però, ciò potrebbe non bastare: puntualità degli ordini, coerenza nelle forniture e certezze delle quantità e dei tempi di consegna sono elementi fondamentali per il successo del prodotto.

Ma, in un quadro in cui la Gdo diventa preponderante e il canale e-commerce si sviluppa sempre più, i produttori di fascia intermedia soffrono la mancanza di player italiani della grande distribuzione e dell'e-commerce attivi in continuità anche all'estero.


Da sinistra, la moderatrice Monica Maggioni, RaiNews 24, Claudio Marenzi, Francesco Pugliese e Giandomenico Auricchio.

La tavola rotonda imprenditoriale che è seguita ha visto la partecipazione di Giandomenico Auricchio (AD Gennaro Auricchio), Claudio Marenzi (presidente Herno e Sistema Moda Italia), Francesco Pugliese (AD Conad) e, come presenza internazionale, Marco Capello (Founder BlueGem Capital Partners and Chairman Liberty).

"Il Governo - ha specificato nelle conclusioni il viceministro Calenda - ha fatto dell'aumento dell'export e delle capacità di esportare delle nostre imprese un obiettivo prioritario Il netto incremento delle esportazioni italiane sui mercati internazionali - superiore al 4,1% nei primi cinque mesi dell'anno (pari a 6,6 miliardi di euro di introiti aggiuntivi) - dimostra che la quota parte dell'Italia negli scambi commerciali è già in deciso aumento. Questo è solo il primo risultato delle azioni messe in campo dall'esecutivo e del lavoro di squadra tra le imprese italiane, le loro associazioni e le Istituzioni".



"I nostri obiettivi sono però ancora più ambiziosi – ha aggiunto Calenda - Sul mercato mondiale si stanno affacciando 800 milioni di nuovi consumatori in cerca di prodotti con un forte contenuto di qualità. E' un'opportunità che dobbiamo cogliere, innovando il supporto governativo alla internazionalizzazione delle nostre imprese".

E il piano straordinario per il made in Italy prevede proprio un'azione relativa al potenziamento degli strumenti di e-commerce per le PMI, in modo da favorirne l'accesso al mercato e alle piattaforme digitali e una serie di accordi con le più importanti catene della grande distribuzione all'estero per inserire a scaffale un maggior numero di prodotti italiani, in particolare marchi di qualità appartenenti ad aziende di piccole dimensioni.

Nei prossimi giorni pubblicheremo in dettaglio i principali risultati dell'indagine KPMG Advisory.