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Riflessioni sulla mostra interattiva intesa da Slow Food a Expo

"Insalate di quarta gamma, i "veleni" della disinformazione"

Nel suo padiglione a Expo 2015, Slow Food riparte dalla biodiversità, intesa come unica via per "nutrire il pianeta garantendo a tutti un cibo buono, pulito e giusto".



Nello spazio espositivo, una mostra interattiva permette ai visitatori attraverso una serie di foto, video e giochi di "appropriarsi a ogni passo - si legge sul sito web della Associazione - del senso della nostra battaglia".

Tra l'Albero del cibo e la Clessidra che segna il ritmo sempre più accelerato con cui il mondo sta perdendo la biodiversità, il visitatore può anche ripercorrere le fasi fondamentali dell'agricoltura.



Poi si passa a guardare una serie di oggetti giganti che rappresentano alcuni fra i cibi industriali più diffusi (dalle bibite gassate alle merendine). Per i quali, insieme alle conseguenze del loro consumo sulla salute e sull'ambiente, sono fornite le soluzioni alternative.



E qui, in bella mostra c'è una confezione di insalata di quarta gamma. La descrizione accanto (vedi foto sotto) lascia peraltro un po' perplessi. Quantomeno chi nel settore opera (e scrive) da tempo. Intanto perché si parla di sostanze acidificanti e antiossidanti aggiunte all'acqua di lavaggio come fossero veleni, mentre si tratta di acido citrico e ascorbico (vitamina C!), ma soprattutto perché si fa riferimento a produzioni provenienti da agricoltura convenzionale, mentre con il Decreto attuativo 3746/2014 in vigore dal prossimo agosto si parlerà solo di produzioni integrate o biologiche.


Clicca qui per ingrandire l'immagine.

Non solo, dal momento dell'applicazione del nuovo decreto, tutti gli imballi di quarta gamma dovranno essere ecocompatibili, consentendone così lo smaltimento tramite raccolta differenziata e riciclo. Dunque nessun packaging di plastica come riportato nella tavola.

Sulle soluzioni proposte, poi, niente da dire se, chi ha tempo, predilige acquistare le insalate al mercato o direttamente dal contadino, ma proporre come valida alternativa il fai-da-te sul balcone francamente non ci sta. Piuttosto, vale ricordare che le aziende italiane di quarta gamma si distinguono per serietà e competenze. E, come tali, prime in Europa, si sono dotate di una legge nazionale per la produzione, lavorazione e distribuzione. Con tutto il rispetto per Slow Food, Informare "necesse est".