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Dopo il riscontro del batterio a Parigi, Bruxelles deve trovare le risposte

"La Xylella "parla francese": ora tocca all'UE"

Come anticipato ieri da Freshplaza, il batterio della Xylella fastidiosa, responsabile della malattia che sta decimando gli uliveti in Italia, e in Salento in particolare, è stato individuato per la prima volta in Francia, al mercato all'ingrosso di Rungis, Parigi. Proprio nel cuore dello stato che pochi giorni fa ha dichiarato l'embargo dei materiali vegetali di origine pugliese.

"La Commissione europea - ha detto il portavoce del commissario UE alla Salute Vytenis Andriukaitis - è stata informata dalle autorità francesi del ritrovamento di una pianta di caffè infettata dalla Xylella e giunta dal Sud America attraverso i Paesi Bassi. E, dopo la notifica ufficiale con i dettagli, indagherà sul caso: se dovesse essere accertata l'origine dell'infezione da un Paese terzo, Bruxelles proporrà misure a breve".



Martina conferma l'emergenza sovranazionale
"Il riscontro della presenza del batterio anche in Francia dimostra quello che abbiamo sempre detto, che l'emergenza Xylella è di carattere sovranazionale, che la risposta si deve generare da azioni unitarie e che la sede per farlo è Bruxelles". E' quanto dichiarato dal Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, sottolineando che "tutti dobbiamo sentirci impegnati a combattere questa particolarissima problematica".

Frontiere comunitarie "colabrodo"
E' vergognoso - commenta la Coldiretti - che, a distanza di due anni dal ritrovamento del patogeno da quarantena in Puglia, sia arrivata a Parigi una pianta di caffè infetta, esattamente con lo stesso percorso fatto per arrivare in Italia. L'origine e la traiettoria del batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi sono scientificamente provate: è stato introdotto in Europa dal Costarica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam senza alcun freno d parte dell'UE. Una dimostrazione dell'immobilismo e dei gravissimi e inaccettabili ritardi della Commissione europea nell'affrontare l'emergenza fitosanitaria che sta minacciando gli ulivi salentini.

Da tempo si chiede all'UE di disporre efficaci misure di rafforzamento dei controlli alle frontiere e l'embargo avverso le aree da cui proviene il batterio, come ad esempio il Centro America, oltre un doveroso periodo di quarantena fitosanitaria delle piante provenienti da Paesi extra-UE, al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto.

Buone pratiche colturali e interventi periodici, per favorire l'arieggiamento delle piante e il miglioramento dello stato vegetativo, possono ridurre in maniera decisiva i vettori, senza alcun impatto ambientale. Il bilancio del lavoro degli ultimi giorni svolto dagli olivicoltori nella zona cuscinetto e di profilassi nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto è al momento del 50% di terreni lavorati.

Copagri: la Francia faccia dietrofront
"Ora che il batterio della Xylella ha fatto la sua comparsa anche in Francia, il minimo che il Governo di questo Paese possa fare è una chiara e netta marcia indietro rispetto alla sua decisione contro la nostra produzione olivicola e non solo e si affidi, così come l'Italia, alla ricerca di una soluzione efficace e condivisa con l'Unione europea". Così il presidente della Copagri-Confederazione produttori agricoli, Franco Verrascina.

"Bisogna essere razionali - prosegue Verrascina - e affidarsi a una seria e approfondita ricerca, che consenta di pervenire alla causa e risolvere concretamente l'emergenza senza per questo annientare un patrimonio che, in particolare per quanto riguarda la Puglia, è emblema identificativo di un territorio e del rapporto tra lo stesso e ciò che esprime in termini di produzione agricola. E' fondamentale l'aspetto economico, rispetto al quale stiamo rischiando ingenti danni, ma alla base c'è una storia, una cultura, una tradizione nota in tutto il mondo".

"Attendiamo, dunque - conclude Verrascina - un celere passo indietro della Francia, evitando peraltro che altri Paesi cadano nello stesso errore, auspichiamo riscontri costruttivi dall'Efsa e chiediamo che l'Europa ascolti per svolgere poi effettivamente un ruolo attivo anche in questa vicenda".

Il piano d'emergenza va avanti
"Stiamo facendo interventi chirurgici, solo sulle piante risultate infette, ma il piano andrà avanti". Lo ha detto ieri a Ugento (Lecce) il commissario per l'emergenza Xylella, Giuseppe Silletti, parlando a un nutrito gruppo di olivicoltori.

"La Xylella fastidiosa per una norma di carattere comunitario recepita dallo Stato italiano - ha sottolineato il commissario - è un germe da quarantena e come tale dovrebbe essere affrontato, ma il problema nasce per l'eccezionalità del caso, visto che nel Salento gli ulivi sono dappertutto e diventa difficile attuare le procedure previste, ma non possiamo non sottostare a quanto previsto dalle discipline giuridiche".

Il commissario ha poi aggiunto che, per le piante risultate infette alle analisi di laboratorio, non c'è alternativa all'eradicazione. Sembra che, dove sono stati usati i metodi di cura tradizionali, le piante infette coltivate e potate abbiano un aspetto diverso. Pur non manifestando la malattia, dunque, ne sono portatrici.

"Per capire che evoluzione possa manifestare la Xyella sugli ulivi trattati in questo modo bisogna aspettare uno-due anni, auspicando che la scienza faccia le sue indagini. Finora - ha concluso Silletti - abbiamo cercato di spiegare alla gente l'attuazione del piano con manifesti, convegni, incontri e, se non siamo stati capiti, forse la colpa è anche mia".