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Allarme obesita': coinvolto oltre il 30% della popolazione mondiale

L'obesità è uno dei problemi più complessi con i quali l'umanità si sta confrontando in questo millennio; si tratta infatti di un allarme che ha addirittura superato quello relativo alla fame nel mondo.



Lo rivela uno studio del Global Burden of Disease recentemente pubblicato sulla nota rivista medica britannica "The Lancet".

I dati del fenomeno sono preoccupanti: allo stato attuale più di 2,1 miliardi di persone, pari a quasi il 30% della popolazione mondiale, sono in sovrappeso od obese. Cifre che sono due volte e mezzo superiori al numero di adulti e bambini denutriti. Si considera che circa il 5% dei decessi in tutto il mondo sia causato dall'obesità.

Tutto ciò non è solo una questione di salute pubblica, ma anche un peso per l'economia mondiale. L'impatto negativo derivante dall'obesità è infatti pari a circa duemila miliardi di dollari l'anno, ben il 2,8% del Pil mondiale. Parliamo di un danno economico che può essere paragonato a quello causato dal fumo, dalla guerra o dal terrorismo.

Ad allarmare è inoltre il fatto che la situazione, in futuro, pare destinata a peggiorare: andando avanti così si stima che si arriverà, nel 2030, ad avere circa la metà della popolazione adulta in soprappeso o in una situazione di obesità.

"Nessun Paese è riuscito a rimanere immune di fronte a questa epidemia – ha commentato Margaret Chan, direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – L'obesità ha colpito più o meno tutti i Paesi senza risparmiare nessuno: né adulti, né bambini".

Secondo l'OCSE, dal 2000 al 2013, i casi di obesità sono aumentati dello 0,5% l'anno. Ciò si è verificato in ben 130 dei 196 Paesi oggetto dell'indagine.

Questo fenomeno non colpisce solo i Paesi a economia avanzata: oltre il 60% delle persone obese vive infatti in Paesi in via di sviluppo, dove la rapida industrializzazione e urbanizzazione hanno generato un incremento improvviso dei redditi e quindi il consumo massiccio di cibi ad alto contenuto calorico. In Cina e in India, ad esempio, l'obesità in città è tra le 3 e le 4 volte superiore a quella registrata nelle zone rurali. Il tasso di obesità tende a esplodere in tutti quei Paesi dove fino a qualche tempo fa il cibo era scarso. L'abbondanza di accesso al cibo rende vulnerabili i cittadini che, abituati per decenni alla penuria, non riescono a porsi un freno.

Uno studio incrociato, che ha messo insieme circa 500 ricerche, ha poi stabilito quelli che possono essere gli interventi migliori per combattere la piaga dell'obesità.

Il McKinsey Global Institute (MGI) ha identificato 74 potenziali interventi per sconfiggere l'obesità. Tra questi, l'utilizzo di pasti scolastici sani, una progettazione dello spazio urbano che incoraggi a camminare a piedi, una migliore etichettatura sulle confezioni, una serie di restrizioni per quanto concerne la pubblicità di prodotti ad alto contenuto calorico e l'introduzione di misure fiscali disincentivanti la diffusioni di alimenti grassi o ipercalorici.

Gli studi hanno inoltre dimostrato che le persone, anche se consapevoli dei rischi derivanti da una alimentazione sbagliata, non riescono a smettere di mangiare. Insomma l'educazione alimentare e la forza di volontà da sole non bastano. Il tutto è poi aggravato dalla sempre maggiore diffusione di stili di vita sedentari.

Le persone hanno bisogno di sostegno, devono essere attuate politiche di marketing mirate che comprendano anche la riprogettazione delle città e l'utilizzo di cibo sano a scuola.

Se, per esempio, nel Regno Unito si riuscissero ad attuare almeno 44 dei 74 interventi potenziali per la lotta all'obesità, si stima che si riuscirebbe a ridurre il tasso di obesità di circa il 20% in un arco di tempo do 5-10 anni. Nel lungo periodo i risparmi in materia di spesa sanitaria riuscirebbero a coprire le spese iniziali di intervento. Sempre prendendo ad esempio il Regno Unito, si stima che si risparmierebbero 1,2 miliardi di dollari l'anno di spese mediche.

La battaglia contro l'obesità riguarda tutti: dai Governi di tutto al mondo ai singoli cittadini, passando per i datori di lavoro, i ristoranti, i mass media, gli educatori, gli operatori sanitari.

Attualmente i costi per la ricerca sull'obesità ammontano, in tutto il mondo, a circa 4 miliardi di dollari l'anno, solo lo 0,2% del costo sociale derivante dall'obesità. I numeri allarmanti ci dicono dunque che quanto si sta facendo non è sufficiente, bisogna fare molto di più.

Rielaborazione FreshPlaza su fonte: www.project-syndicate.org