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Gli investitori esteri sempre piu' attratti dall'agricoltura romena

La Romania è il primo tra i paesi in Europa e il decimo nel mondo in termini di percentuale di terreni controllati da imprese straniere. I cittadini dell'UE hanno il pieno diritto di acquistare terreni agricoli, senza restrizioni, e gli Italiani detengono la più ampia superficie coltivabile della Romania, circa 300mila ettari, pari al 3,1% della superficie agricola coltivata (9,4 milioni di ettari).

L'agricoltura romena è uno dei settori strategici romeni che attira l'interesse degli investitori esteri per l'enorme potenziale di produzione, per i prezzi ancora convenienti dei terreni agricoli di ottima qualità (disponibili anche in grandi estensioni) e per la disponibilità di ingenti finanziamenti europei destinati al settore.

I prezzi ancora competitivi hanno mantenuto l'interesse d'acquisto da parte dei cittadini esteri, mentre la loro costante crescita ha portato alcuni proprietari a vendere i loro terreni per ricavare il proprio profitto.

Sin dall'inizio della crisi, l'acquisto dei terreni si è rivelato una valida opzione per il collocamento del capitale. Gli investitori e i semplici agricoltori hanno mostrato un grande interesse per fare acquisti in questo segmento, sia per beneficiare dell'attività agricola stessa, sia per attendere l'aumento del valore del terreno acquistato. Le discussioni circa l'allineamento dei prezzi a quelli dell'Europa occidentale hanno incoraggiato molti proprietari ad aumentare il prezzo, motivati dal grande numero di investitori interessati. In alcuni casi, questi proprietari hanno però aspettative eccessivamente ottimistiche in quanto ogni lotto viene analizzato come parte di un lotto più grande mentre la frammentazione rimane uno dei principali problemi che in molti casi blocca il processo di compravendita.

Gli investitori con esperienza e capitale necessario per fare agricoltura in maniera efficiente puntano sull'acquisto di un'area di minimo 500 ettari di terreno e preferiscono spesso pagare un prezzo più alto rispetto a quella di mercato per evitare eventuali difficoltà nella compattazione dei lotti del terreno. Si parla di una media di 4.000 euro/ettaro, mentre le stime mostrano un aumento significativo nel 2015 (4.400-4.500 euro/ettaro). Ci sono inoltre casi di terreni di oltre 1.000 ettari, irrigati e con attività in corso e un'ottima qualità del suolo in vendita per oltre 5.500 euro/ettaro (soprattutto nella regione Banat).

Gli analisti economici spiegano che i prezzi dei terreni agricoli in Romania raggiungeranno gradualmente il livello occidentale. In effetti, i prezzi di vendita hanno registrato un costante aumento negli ultimi sette anni, con aumenti tra il 10 e il 15% l'anno. Ciononostante, sono ancora tra tre e sette volte più bassi rispetto a gran parte dei paesi europei e i terreni agricoli rappresentano tuttora un'opportunità importante di investimento.

Agricoltura romena: prima per numero di aziende, ottava per produzione ma penultima per produttività nell'UE
La Romania ha registrato nel 2014 una produzione agricola di quasi 15,5 miliardi di euro in valore, quasi il 4% della produzione totale dell'UE (392,3 miliardi di euro), posizionandosi all'ottavo posto della graduatoria che vede la Francia in prima posizione, con una produzione di 70,5 miliardi di euro, il 18% della produzione agricola dell'UE e una produttività di 2.530 euro/ettaro.

Via via seguono Germania (con produzione di 51 miliardi di euro, il 13% del totale e produttività 3.050 euro/ettaro), Italia (con 48,3 miliardi di euro, il 12,3% del totale e 3.770 euro/ettaro), Spagna (41,1 miliardi di euro, il 10,47% del totale e 1.734 euro/ettaro), Gran Bretagna (30,57 miliardi di euro, 7,8% del totale) e Paesi Bassi (con 26,7 miliardi di euro).

Nonostante un'estesa superficie di terreni agricoli, l'agricoltura romena ha una bassa produttività per ettaro, di soli 1.160 euro/ettaro, rispetto ad altri Paesi vicini (Polonia 1.560 euro/ettaro, Ungheria 1.660 euro/ettaro e Repubblica Ceca 1.380 euro/ettaro). L'unico Paese con una produzione media inferiore è la Bulgaria con solo 850 euro/ettaro.

La Romania ha un'agricoltura squilibrata, con il 73% della produzione rappresentata da produzione vegetale (di cui il 29% è ortofrutta), il 26% da zootecnia e il 6% da servizi e attività connesse. In termini di produzione vegetale, la Romania è al primo posto in UE con il 73%, seguita dalla Grecia con il 69%, Bulgaria con il 65% e Croazia con il 62%. L'Italia invece è prima nella produzione di pomodori. Ha realizzato oltre un terzo (il 35%) della produzione di pomodori dell'UE superando Spagna, Portogallo e Grecia.

Per quanto riguarda le superfici agricole, quella utilizzata in Romania è diminuita nel 2013 di quasi un milione di ettari rispetto al 2002. Il Paese mantiene comunque il più alto numero di aziende agricole nell'Unione europea, ma con dimensioni molto più limitate rispetto alla media UE. La Romania dispone di 13,1 milioni di ettari, che rappresentano il 7,6% della superficie agricola utilizzata nell'Unione Europea, mentre la superficie non utilizzata si stima attorno al milione di ettari.

La Romania ha 3,63 milioni di aziende agricole, ossia un terzo del numero totale dell'UE (il 31,5%); l'Italia annovera un 13,2%, 12,3% per la Polonia e 8,1% per la Spagna. La dimensione media di una azienda romena è di 3,6 ettari, quattro volte inferiore rispetto alla media UE, che è di 14,2 ettari, superando solo Cipro e Malta. La Repubblica Ceca ha la più grande superficie agricola media dell'UE, di 152,4 ettari, seguita da Gran Bretagna (90,4 ettari), Slovacchia (77,5 ettari), Danimarca (62,9 ettari), Lussemburgo (59,6 ettari), Germania (55,8 ettari) e Francia (54 ettari). Anche l'Italia si trova sotto la media europea, ventunesima posizione, con una media di 7,9 ettari. Fra i paesi limitrofi, l'Ungheria ha una media di 8,1 ettari, mentre la Bulgaria fa meglio della Romania, con 12,1 ettari, anche se resta sotto la media europea.

Nella struttura della superficie agricola utilizzata, in Romania il 63% è composto da terreni agricoli, il 33,7% da pascoli e fienaie, il 2,3% da colture permanenti (come vitigni e alberi da frutta) e l'1,2% da giardini. A livello UE, il terreno arabile occupa in media circa il 60%, i pascoli e le fienaie il 34%, le colture permanenti il 6,1% e i giardini lo 0,2%.

Fonte: ICE BUCAREST
Data di pubblicazione: