Messico: il Fair Trade e' il futuro delle banane bio
David Rubio Velázquez, Joaquin Velázquez Moreno e Miguel Rubio Velázquez, di RAMAMY, specialista in banane biologiche messicane.
Ovviamente questa differenza è riflessa nei prezzi: "In Europa, le differenze sono importanti. Una cassa di banane bio da 18,5 kg può essere pagata 13 dollari mentre quella fair trade anche 14,50 dollari".
"Stiamo pianificando di iniziare le pratiche per la certificazione Fair Trade, ma bisogna capire che in Messico la situazione è diversa dal Perù: lì il modello è quello di piccoli produttori che si raggruppano per esportare, mentre qui da noi le piantagioni sono molto più grandi".
Nonostante il calo di domanda, comunque, non ci sono stati problemi per la commercializzazione della frutta durante il 2014. Il problema si presenterà invece nel 2016, quando molti clienti europei inizieranno a prediligere il prodotto equo e solidale.
Un'azienda in espansione
"Fu mio nonno a fondare l'impresa negli anni Settanta, con banane tradizionali vendute sul mercato nazionale. Abbiamo iniziato a esportare nel 2000 attraverso un'azienda statunitense e, da cinque anni, inviamo prodotto in Europa".
Dal 2002, RAMAMY produce esclusivamente banane biologiche. Le piantagioni sono ubicate a Cerro de Ortega, a solo un'ora dal porto di Manzanillo, il più importante del paese.
"Godiamo di un clima secco, siamo praticamente sul livello del mare e il terreno è molto buono".
RAMAMY produce banane biologiche su 300 ettari.
Attualmente l'azienda invia quattro container a settimana verso il mercato europeo, ma nel 2015 vuole raddoppiare tale quantità. "Consideravamo l'Europa il nostro mercato principale, finché non abbiamo abbiamo avuto contatti con la Del Monte e abbiamo iniziato a inviare dieci container a settimana verso gli Stati Uniti".
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David Rubio Velázquez
RAMAMY
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