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Bucce d'uva e di pomodoro per fare cosmetici: dagli scarti alimentari sostanze antiage

Cosmetici dagli scarti dell'industria agroalimentare. Di questo e altri temi si discuterà nella prima giornata dei Saloni di CremonaFiere, BioEnergy Italy, Green Chemistry Conference and Exhibition e Food Waste Management Conference, dedicati alla bioeconomia in programma dal 25 al 27 febbraio 2015.

La cosmesi è, infatti, un settore in cui si stanno concentrando molti degli investimenti per il riutilizzo dei 12 milioni di tonnellate di scarti da industria agroalimentare prodotti in Italia. Dall'estrazione e dalla lavorazione di molecole contenute nelle bucce di uva, mele e pomodori, nella sansa e nelle acque di vegetazione derivanti dalla lavorazione delle olive si possono ottenere diversi prodotti cosmetici, tra cui latti detergenti, tonici, creme per viso e corpo e capelli.

"Negli ultimi anni - spiega Mariella Bleve, una dei soci fondatori e amministratore di EticHub, spin-off dell'Università di Pavia nato nel gennaio 2013, per garantire efficacia, sicurezza, qualità e sostenibilità del prodotto finito - il mondo della cosmetica ha dimostrato una forte propensione verso un migliore utilizzo delle risorse. Sono stati così avviati gli iter necessari ad acquisire brevetti ad hoc per l'estrazione di principi attivi idonei alla successiva produzione di prodotti cosmetici. Spesso, infatti, come nelle acque di vegetazione delle olive o nella buccia d'uva, sono presenti polifenoli di grande interesse per la loro azione cosmetica, ricca di proprietà antiossidanti, quindi antiage".
Data di pubblicazione: