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Agrumi: il CLAM affronta le problematiche dei frutti destinati alla trasformazione industriale

Il 4 dicembre 2014 si è riunito a Bruxelles l'organo esecutivo della sessione "Economic and trade" del CLAM, l'Associazione degli Agrumicoltori del Mediterraneo, alla quale ha partecipato una delegazione italiana composta da rappresentanti dell’industria di trasformazione, per affrontare con visione strategica le problematiche relative al comparto, insieme ai principali produttori del bacino del Mediterraneo. In tale contesto, è stata ufficializzata la costituzione di un Sessione italiana dedicata alla trasformazione industriale, proprio con l'obiettivo di affrontare insieme ai partner mediterranei le problematiche dei trasformati.

Armando Jatosti, segretario generale, e Alessandro Scuderi Matarazzo, vicepresidente della sezione italiana del CLAM, hanno reso noto che - oltre agli aspetti di ordine economico e normativo - durante la riunione è stata discussa la creazione di un network che permetterà di attingere in modo operativo ai dati relativi al comparto agrumicolo.


La produzione di agrumi (.000 ton) nell'UE-27.

A tal proposito, la sezione italiana del CLAM evidenzia come, a livello nazionale, esista una vacatio, allo stato attuale parzialmente colmata dai dati Ismea e - pur sottolineandone la fonte non ufficiale - da segnalazioni volontarie fornite dagli operatori. In quest'ottica, il CLAM sta pertanto studiando con gli organi ufficiali, sia per il prodotto fresco che trasformato, l'attivazione di una banca dati unica e attendibile per il comparto agrumicolo italiano.


Import comunitari di succo concentrato d'arancia (2009/11). Clicca qui per ingrandire la tabella.

In sede assembleare si è ribadito che il futuro della produzione degli agrumi si basa sui seguenti elementi: "Data, network, sustainability and water resource", (Dati, rete, sostenibilità e risorse idriche) e, in tal senso, è fondamentale che l'agrumicoltura italiana attivi un’azione strategica come "Sistema Paese", confinando a margine le azioni individuali delle singole produzioni e delle singole regioni, in quanto il futuro si discute per macro-aggregati (Italia) e non essere aggregati si traduce nella non considerazione.