
L'imprenditore dichiara a FreshPlaza: "La Russia assorbiva in passato volumi non irrilevanti di kiwi greco, circa un 30% delle esportazioni; pertanto il rischio che questa merce si riversi sui mercati europei e del Bacino del Mediterraneo è oggi molto alto. L'offerta italiana di kiwi verde è difficilmente distinguibile dalla medesima offerta di prodotto analogo dalla Grecia, che si muove tra l'altro in modo molto agguerrito e competitivo sul fronte dei prezzi."
I mesi più critici, secondo Rivoira, potranno essere proprio novembre, dicembre e probabilmente anche gennaio: "L'incremento di produzione stimato del 25/30% rispetto al 2013 e l'assenza di grandi capacità di stoccaggio in Grecia indurrà gli esportatori a volersi liberare in tempi rapidi del prodotto. La loro concorrenza si sentirà particolarmente in taluni mercati, penso all'Egitto, oltre che nei mercati europei che assorbono determinati calibri/categorie di merce; potremmo trovarci con kiwi italiani di II categoria, ad esempio, difficilmente ricollocabili altrove."
A ciò si somma un'ulteriore difficoltà dovuta allo scarto tra prezzi di acquisto della merce presso i produttori e possibili prezzi di vendita: "Il noto scenario determinato dalla carenza di offerta cilena e dalla conclusione anticipata della stagione neozelandese ha determinato quotazioni molto elevate in campagna. Ora gli esportatori dovranno vedere in che misura il mercato ripagherà l'investimento."
Fortunatamente per il Gruppo Rivoira, i mercati di destinazione di Kiwi Uno sono quanto mai diversificati: dal Canada, alla Nuova Zelanda, dalla Malesia a Singapore, dal Brasile ai Paesi Arabi, fino in Cina. "Alcuni di questi mercati possono dirsi maturi e dunque senza grandi margini di crescita, ma altri presentano enormi opportunità e potenzialità; la Cina è proprio uno di questi."
Sul fronte dei volumi commercializzabili, il manager aggiunge: "Le operazioni di raccolta sono in fase di avvio da questa settimana (44ma del 2014) e riteniamo che alla fine della campagna, che è molto lunga e arriverà certamente fino a maggio/giugno 2015, dovremmo riuscire a movimentare volumi in linea con gli altri anni. Nel 2013 abbiamo investito nella ristrutturazione del nostro magazzino e siamo in grado di conservare la frutta a livello ottimale anche per 7-8 mesi."
Un'ultima nota sulla batteriosi dell'actinidia: "La nostra regione Piemonte è stata particolarmente sfavorita dalle sue condizioni climatiche fredde, che hanno contribuito alla diffusione del batterio. Un paio di anni fa, tuttavia, eravamo più pessimisti di quanto non siamo oggi. Sembra infatti che siamo entrati in una fase di convivenza con Psa, anche se dovremo vedere come evolverà la situazione da qui a un paio d'anni."
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