L'agenzia di consulenza Standard & Poor's, sulla base delle ultime rilevazioni effettuate, prospetta un aumento dei prezzi dei prodotti agroalimentari in Russia durante i prossimi mesi invernali, come conseguenza diretta dell'embargo entrato in vigore nello scorso mese di agosto.
L'improvvisa riduzione delle forniture da parte dei paesi coinvolti nel blocco - afferma l'agenzia - ha causato uno shock sul mercato dell'agroalimentare che potrà essere solo parzialmente mitigato dalla sostituzione dei fornitori e dalla produzione interna.
Gli importatori russi necessiteranno infatti di tempo per la stipula di nuovi contratti con fornitori alternativi e il settore agricolo e alimentare russo non dispone di sufficiente capacità produttiva per rispondere prontamente alle nuove opportunità del mercato. Di conseguenza ci si attende un sensibile aumento dei prezzi nei prossimi mesi.
Secondo i dati delle Dogane Russe, a settembre 2014 il volume delle importazioni dei prodotti soggetti al recente embargo ha subito un drastico calo.
Nello specifico le importazioni nella Federazione Russa dall'estero di verdure e ortaggi a frutto sono calate del 51,5% a 33,6 milioni dollari, mentre la frutta fresca e secca ha subito una diminuzione dell'11,1% raggiungendo i 291,8 milioni dollari.
La regione di Omsk pronta per affrontare l'inverno
Mentre di parla di scarsità e di futuri aumenti dei prezzi, nella regione di Omsk, nella parte sud-occidentale della Siberia, le scorte per l'inverno sono pronte e la zona risulta autosufficiente in quanto ad approvvigionamenti di ortaggi (stimati in 100.000 tonnellate) e patate (queste ultime stimate in 80.000 ton, un volume in grado di rifornire anche altre regioni russe). Solo per i cetrioli il raccolto è risultato inferiore. Superiori alla norma invece i raccolti di carote, aglio e cipolle. Le scorte dovrebbero consentire l'autosufficienza fino a giugno 2015. La regione sta pianificando anche la costruzione di un nuovo stabilimento di lavorazione per le patate e la messa a coltura di altri 1.050 ettari di terreno.
I prezzi delle mele aumenteranno
L'Associazione degli agricoltori russi prevede un incremento dei prezzi delle mele. Le previsioni mostrano una quotazione di 1,20 euro/kg. Secondo il presidente dell'associazione, le scorte di mele sono insufficienti per coprire tutta la stagione. Dall'inizio del 2015, si prevede una carenza di prodotto. Anche gli impianti di stoccaggio sono insufficienti, cosa che frena la produzione. Secondo l'organizzazione, il consumo totale di mele ammonta a 2 milioni di tonnellate all'anno, mentre la produzione interna raggiunge appena 500.000-600.000 tonnellate. Le mele russe rimarranno sul mercato fino a dicembre, dopodiché il prodotto sarà importato soprattutto da Polonia e Moldavia.
Il settore francese delle mele esprime preoccupazione
Dall'altra parte dei confini, gli effetti dell'embargo russo non sono rimasti senza conseguenze per il settore delle mele. In Francia, diversi operatori esprimono preoccupazione. Il principale esportatore del paese, la compagnia Blue Whale, si è detta allarmata dalla prospettiva di una forte affluenza sul mercato europeo di mele polacche (in assenza del loro sbocco naturale in Russia) che potrà destabilizzare i prezzi. Il tutto, in un contesto di stime produttive al rialzo nei principali paesi produttori (Polonia +12% / Italia +13% / Germania +29% / Ungheria +33%). Nel frattempo, complici temperature relativamente miti per il periodo, i consumi di mele francesi non sono ancora decollati e al mercato all'ingrosso di Tolosa si registra un calo del 10% nei volumi movimentati con prezzi inferiori di circa 40 cent/kg rispetto al 2013.
UE e Ucraina prolungano l'accordo di libero scambio
La materia del contendere e cioè l'accordo tra Ucraina e UE, malvisto dalla Russia e che ha dato fuoco alle polveri, si è intanto stretto ancor di più. L'Unione Europea ha infatti prolungato, con un voto a larga maggioranza (497 favorevoli contro meno di 100 contrari) l'iniziale accordo di libero scambio con l'Ucraina, in vigore dallo scorso maggio e che avrebbe dovuto avere durata semestrale, fino alla fine del 2015.
Tale accordo prevede l'abbattimento del 95% delle tariffe doganali vigenti sulle esportazioni industriali dell'Ucraina e l'80% in meno di dazi sulle esportazioni di prodotti agricoli dal paese verso la UE. Nella prima metà del 2014 le esportazioni ucraine verso l'area comunitaria europea sono già aumentate del 25% mentre quelle verso la Russia sono diminuite nella medesima percentuale. Tali misure consentiranno agli esportatori dell'Ucraina un risparmio di 500 milioni di euro di dazi.
Il mese scorso, dietro pressioni russe, il governo di Kiev aveva tuttavia acconsentito a che l'entrata in vigore di parte dell'accordo di libero scambio, compresa la parte relativa alle tariffe agevolate nei confronti delle esportazioni UE, venisse posticipata al 2016. La Russia sta ancora opponendo una netta opposizione ad un patto non solo commerciale ma anche politico tra Ucraina e UE.
Fonti: ICE MOSCA/ FreshPlaza / ICE KIEV


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